Turati, addio al tennis giocato. Sarà assistant coach negli Usa

La venticinquenne di Barzanò chiude la carriera professionistica. «Ora mi occuperò della squadra femminile all’Università del Missouri».

Lo chiamano “American dream” - il “sogno americano” - ed è qualcosa in cui oltre oceano credono fortemente, la possibilità per tutti di realizzare i propri sogni, anche partendo dal nulla. L’ormai ex tennista Bianca Turati sta per vivere il suo, un cambio di vita radicale che la porterà nuovamente nel mondo delle università statunitensi dopo il quadriennio come studente-atleta alla Texas University.

Partiamo dal principio, ossia da quando Bianca ha capito che qualcosa non andava più come doveva nella sua vita.

«Senza più motivazioni»

«Quando vinci è tutto facile - dichiara la barzanese -, ma io era da un anno che non ottenevo i risultati sperati e ho iniziato ad avvertire una mancanza di motivazioni. In più mi sono trovata a pensare che, anche se fossi stata tra le prime cento al mondo, non sarei stata sicura di essere felice. Il passo al “non so se questa è la vita che fa per me” è arrivato in un attimo e, questo ci tengo a sottolinearlo, non dipende in alcun modo dall’approdo alla Horizon Tennis di Vicenza, dove mi sono trovata benissimo».

Il problema della venticinquenne lecchese era che dentro qualcosa si era incrinato. Il tennis è uno sport di sacrificio e spesso è crudele. «Puoi impegnarti quanto vuoi, ma non è detto che alla fine i tuoi sforzi verranno ripagati. Io ho voluto scegliere una nuova strada, una dove si venisse ripagati per tutto il lavoro fatto».

La strada scelta la porterà a varcare nuovamente l’oceano Atlantico, direzione Usa. Ai tempi del college Bianca è stata una leggenda del tennis nella Ncaa ma, soprattutto, è stata felice. Felice di un ambiente che la faceva sentire a casa, di un mondo che sentiva suo, di essere parte di una squadra. Quindi ha scelto di appendere la racchetta al chiodo...

La sua nuova vita ripartirà dalla “panchina”: sarà assistant coach della squadra femminile di tennis dell’Università del Missouri, accanto a coach Chris Wootton. «All’inizio non avevo le idee chiare, tanto che avevo anche valutato l’opzione di fare la “volontaria” e contemporaneamente iscrivermi a un Master - prosegue -. Poi ho tentato la carta dell’assistant coach. A Texas, dove ho studiato, purtroppo coach Joffre aveva appena assunto la persona che aveva fatto da volontaria l’anno prima, così mi sono guardata in giro e ho colto l’opportunità con Missouri».

«Stipendio generoso»

Quello che è accaduto a Bianca negli Usa non le sarebbe mai capitato in Italia. «Come allenatrice non ho esperienza, ma mi hanno assunto lo stesso, e con uno stipendio che definirei generoso. Ho tanta voglia di imparare, mi occuperò anche del recruit per cercare nuovi talenti e sono pronta per questa nuova sfida».

In attesa di adempiere le pratiche burocratiche e partire - «ho un ufficio che mi aspetta» - Bianca tifa per la sorella gemella Anna, che proseguirà la sua carriera di tennista professionista. «La vedo decisa, è cresciuta molto a livello mentale e sono sicuro che otterrà grandi soddisfazioni. Siamo sempre state insieme, all’inizio separarsi sarà un po’ difficile ma entrambe siamo convinte delle nostre scelte».

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