Lo straordinario potere del dire «Grazie, perché...»

Ricevuti nelle vacanze natalizie tanti regali, ora l’invito è a ringraziare e a creare il proprio diario della gratitudine

Ehi ragazzi, trascorse bene le feste? Chissà se qualcuno di voi avrà chiesto in dono qualche nuova esperienza (come vi suggerivo di fare prima di Natale). Avrete certamente ricevuto molti regali, ma… avete ringraziato chi ve li ha fatti? Dai, lo sapete, fa parte delle buone maniere e chissà quante volte ve lo hanno ripetuto i vostri genitori. Non sbuffate! In fondo anche a voi fa piacere ricevere un “grazie” quando regalate qualcosa a qualcuno. In realtà, imparare a dire “grazie” ha un potere che nemmeno vi immaginate!

Non è solo una parola educata: se detta col cuore, rende migliori i rapporti che abbiamo con gli altri. Già, perché chi è capace di esprimere sentimenti positivi, come la gratitudine appunto, è considerato dagli altri come più amichevole e apprezzabile. L’importante è dire “grazie” con sentimento. Il “grazie” detto normalmente non rientra nella gratitudine, anche se dimostra che siete educati. Ringraziare col cuore non è facile, ma esiste un modo per allenarsi. È un semplice esercizio che a me piace molto.

Dovete creare il “diario della gratitudine”: un quaderno sul quale annotare tutti i giorni tre cose positive che vi sono capitate durante la giornata e aggiungere il nome di una persona che vi ha donato qualcosa di buono (come un sorriso quando eravate tristi). Fatelo per un mese, non meno. E quando vi sentirete pronti, mettetevi alla prova trovando il coraggio di dire alla persona che vi ha fatto del bene un “grazie per”… Sì, cioè, non basta dirle “grazie”. Per ottenere un piccolo miracolo (che non voglio anticiparvi), dovete spiegare a quella persona il perché la state ringraziando: «Grazie per avermi fatto ridere in quel momento così brutto per me» o «Grazie per avermi difeso/sostenuto». Sono certa che ciascuno di voi troverà il motivo giusto per cui essere grato. Ah, un’ultima cosa: essere grati non è un comportamento per ragazzi deboli, tutt’altro. Per parlare col cuore bisogna essere maturi, sensibili e… forti.

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