Senza ferrovia per tre estati. Ma aumentano lo stesso i biglietti

Trasporti I rincari di Trenord partiranno in settembre. Fedele (Cisl): «Una beffa con i disagi che abbiamo subito, almeno congelino gli aumenti»

«L’aumento, dal primo settembre, del prezzo dei biglietti di Trenord non è giustificato da un servizio all’altezza della situazione. E per quanto riguarda la Valtellina ci saremmo aspettati, anzi ci aspettiamo, un occhio di riguardo vista la chiusura estiva, chiediamo di congelare l’aumento». Commenta così Michele Fedele, coordinatore Fit Cisl, la notizia del ritocco dei prezzi da settembre. Non è un aumento cospicuo, ma in Valtellina ha il sapore della beffa.

Sorpresa

La notizia del ritocco dei prezzi ha colto di sorpresa i pendolari lombardi e le proteste non mancano, specie tra i viaggiatori della provincia di Sondrio che si sono trovati a fare i conti con lo stop dei treni per tutta l’estate. E siamo solo all’inizio, visto che la sospensione estiva del servizio per 90 giorni si ripeterà anche nel 2023 e nel 2024.

Dai sindacati arriva un appello a ripensarci.

Firmata a luglio la delibera dalla giunta regionale, Trenord ha confermato l’aumento delle tariffe di viaggio dal prossimo mese. E dal primo settembre i biglietti quindi aumentano in media del 3,82% e i titoli integrati dell’1,91%.

«Sinceramente non ci aspettavamo un aumento dei prezzi, soprattutto perché i disservizi ci sono, eccome – aggiunge Fedele -. Da anni, anzi decenni, i pendolari si trovano ad avere a che fare con un servizio che non è certo di qualità, una condizione ormai costante e che francamente non giustifica il ritocco dei prezzi. Un aumento che grava sulle fasce deboli, studenti e lavoratori soprattutto già penalizzati da un caro-prezzi generalizzato. E, lo ribadisco, se la qualità dei servizi fosse all’altezza della situazione si potrebbe anche accettare il rincaro, ma in questa situazione assolutamente no».

E ancor più in provincia di Sondrio Fedele si aspetterebbe che l’aumento venga per il momento congelato visto lo stop del servizio da Tirano a Colico dal 26 giugno fino al 10 settembre per consentire i lavori sulla tratta da parte di Rfi in vista dei Giochi olimpici invernali del 2026.

Uno stop che, tra l’altro, si ripeterà. In particolare, lungo la tratta Lecco-Tirano sono previste «attività multisettoriali propedeutiche alle Olimpiadi 2026» dall’11 dicembre prossimo al 9 dicembre 2023 che causeranno 320 interruzioni di linea di 7 ore nella fascia notturna più 10 interruzioni di 3 giorni.

Lo stesso tipo di lavori interesserà anche la linea Sondrio-Tirano dall’11 giugno 2023 e fino al 10 settembre dell’anno prossimo e si prevede l’interruzione di linea di 90 giorni (per un periodo di 15 giorni l’interruzione verrà estesa fino a Colico). Infine, lavori propedeutici ai Giochi olimpici determineranno l’interruzione della Colico-Sondrio-Tirano dal 9 giugno 2024 all’8 settembre dello stesso anno, per la durata di 90 giorni.

Troppi sacrifici

«L’appello è affinché si abbia un occhio di riguardo per i nostri viaggiatori, visti i disagi aggiuntivi che stanno affrontando, e lo stanno facendo bene – conclude Fedele -. E se l’aumento dei prezzi dei biglietti non è giustificato dalla qualità del servizio offerto, lo è ancor di più sul nostro territorio. Penso si possa prendere in considerazione da parte di Trenord di partecipare, in qualche modo, al nostro sacrificio, congelando il rincaro per le nostre tratte. E’ il nostro appello, speriamo venga ascoltato».

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