Attrice di Mandello
conquista il Giappone

Voce e volto di un documentario nipponico su Milano, Paola Sony diventa icona social

Gira un documentario per le scuole e diventa famosa in Giappone quasi senza neppure saperlo.

Paola Sony, attrice mandellese, nei mesi scorsi è stata tra i protagonisti di un video dedicato alla storia e alla cultura di Milano, girato da un’emittente giapponese per le scuole. Una bella esperienza «avevo un copione da seguire spiegando il Castello sforzesco, il Duomo, piazza Castello e altri luoghi, il tutto in un modo molto spigliato così da tenere alta l’attenzione degli studenti – racconta Paola Ambrosoni in arte Paola Sony -. Il documentario è stato girato in italiano e doppiato in giapponese, e rientrava in alcune attività dedicate alla scuola giapponese sul fronte della cultura e dell’arte». La scoperta però arriva qualche giorno fa: «Ho visto che hanno fatto un allestimento con la mia immagine e hanno pubblicato tante foto sui social, in poche parole da loro sono quasi famosa senza neppure saperlo. Girare il documentario – prosegue Paola – è stata una gran bella esperienza, anche perché il video è stato girato in modo moderno e credo che agli studenti giapponesi sia molto piaciuto».

Il suo curriculum è molto ricco, “Hammamet” il film dedicato alla vita di Bettino Craxi ha interpretato una giornalista, ha recitato accanto a grandi nomi come Raz Degan, Massimo Boldi e Riccardo Scamarcio.

Ha preso parte al video di Caparezza “Non me lo posso permettere”.

«Negli anni Novanta con Raz Degan avevo partecipato al film “Squillo”, con Scamarcio ho registrato “Lo spietato” dove interpretavo la parte della sua amante quando era giovane. Scamarcio è un grande attore e così Raz Degan, nomi famosi che ti mettono a tuo agio. Il set di Hammamet è stato per così dire insolito visto che era ambientato negli anni Novanta ed era fumoso perché all’epoca si fumava tanto negli uffici. Con il regista Gianni Amelio ho lavorato molto bene, un film che racconta un capitolo della storia italiana, a vent’anni dalla morte di Bettino Craxi», racconta la mandellese.

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