Buon Giro di Lombardia
Stamani la partenza

È una festa per i ciclisti, per gli appassionati, per lo sport cittadino e anche per la cultura

Buongiorno Giro di Lombardia. Buongiro a tutti. Rieccoci qui, aggrappati alle sottane di questa corsa, come il bambino con la mamma. Non la lasciamo andare via, anche se stavolta non è una cena di gala, ma una merenda. Anzi, una colazione, o un aperitivo.C’è la partenza e non l’arrivo. Ma fa niente. È una festa per i ciclisti, per gli appassionati, per lo sport cittadino e anche per la cultura. La scia di profumo culturale che lascia dietro di sè una competizione del genere, una specialità del genere, è unica

Storia di campioni, fatica, sacrifici, imprese eroiche. Saremo anche nel 2021, i giovani si appassioneranno più alla finzione della playstation che non alla realtà, ma imprese come quelle di Sonny Colbrelli e dei suoi colleghi alla Roubaix, sono senza tempo. Dietro quelle facce infangate non c’è stata solo la vittoria di Colbrelli, ma anche del ciclismo tutto. E allora, se non potremo applaudire dal vivo il vincitore del Lombardia, vorrà dire che alle 10, sul palco partenti di Piazza Cavour, potremo applaudire tutti i grandi protagonisti della stagione, dal campione del mondo Alaphilippe, al re del Tour Pogacar, a uno tra quelli della Roubaix Moscon, a quello della Vuelta Roglic. Sino al re d’Italia per antonomasia, Vincenzo Nibali, che qui di cose belle ne ha dette parecchie. Adriano De Zan direbbe: un parterre de roi.

Dunque una mattinata da struscio tra i campioni, con i track delle squadre parcheggiati in zona stadio, la partenza da piazza Cavour che si trasformerà in una sfilata verso Porta Torre e via Milano, poi la Napoleona e via verso Cantù, Erba, Canzo, Asso, il Ghisallo e poi a rotta di collo verso Bergamo.

Sarà una festa. Come lo è stata ieri l’inaugurazione della mostra fotografica dedicata al grande patron del ciclismo (dal 1949 al 1990) Vincenzo Torriani. Ce ne occupiamo qui, nel pezzo di apertura, perché se abbiamo a Como questa corsa, una parte del merito è anche sua. Lui che aveva una casa di villeggiatura a Canzo, dove passava l’estate, e che gironzolava per il Triangolo Lariano a cercare strade e idee. Come quella volta che si inventò la prova sul Muro. Ieri, oltre ai figli, c’erano Beppe Conti e Franco Bortuzzo, curatori della mostra.

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