Scontro Dervio-Provincia
sullo stato di calamità

Prima l'attacco dell'assessore provinciale Stefano Simonetti che ha definito "calamità naturale" il sindaco di Dervio, addossandogli le responsabilità di non aver dato seguito al progetto dello svincolo. Poi la replica del primo cittadino, che ha ripercorso tutte le tappe della vicenda.

DERVIO - Ci mancava la polemica tra enti in questo scorcio di primavera costellato dal grande caos con disagi infiniti sulla strada provinciale 72 a causa della chiusura della superstrada.

L'assessore provinciale Stefano Simonetti aveva affermato ieri:  “Numerosa stampa riporta la dichiarazione del Sindaco di Dervio in relazione alla richiesta dello stato di calamità naturale. A questo proposito, ritengo doveroso evidenziare, e lo dico con il massimo rispetto per i cittadini che stanno vivendo e affrontano giornalmente questa situazione di difficoltà, che la prima calamità per la comunità di Dervio è rappresentata dal Sindaco Vassena stesso. Non sono solito polemizzare con i Sindaci, di cui apprezzo l'impegno e gli sforzi quotidianamente profusi in un contesto socio-economico senza precedenti; tuttavia il conto del tempo perso nella ricerca di una soluzione progettuale che potesse dare vita a una viabilità alternativa e, ora più che mai, suppletiva, quale quella rappresentata dal cosiddetto peduncolo, deve essere addebitato al Sindaco Vassena. Si sono persi anni e mesi importanti in attesa di una decisione, sollecitata in tutti i modi e in tutte le forme dalla Provincia e dai Comuni limitrofi; decisione che è pervenuta, solo a seguito di un vero e proprio ultimatum, nel febbraio 2013! Le soluzioni progettuali proposte al Sindaco sono state una decina; nonostante tutto questo, nonostante i tempi di decisione leggendari del Comune di Dervio, il Sindaco dichiara in una nota inviata alla Provincia di Lecco in data 17 maggio 2013 che ‘la strada  è già stata individuata in passato dalla Provincia di Lecco come sede definitiva per il peduncolo di collegamento di Dervio fra la SP 72 e la SS 36, e può essere utilizzata immediatamente'. Caro Sindaco, chi è causa del suo mal pianga se stesso, recita un vecchio proverbio”.

La giunta di Dervio replica così:

Le dichiarazioni dell'assessore provinciale Simonetti, che cerca di dare la colpa al Comune di Dervio sull'annosa vicenda del peduncolo di collegamento tra la SP72 e la SS36, lasciano increduli per l'inaudita scorrettezza istituzionale. Sembra evidente il tentativo di incolpare altri per spostare l'attenzione dalla grave situazione del traffico e dal fatto che l'Assessore non sia riuscito finora ad ottenere risultati decisivi sui problemi di questi giorni.

La Provincia, che dovrebbe sostenere le necessità del territorio, dovrebbe scusarsi per avere invece ironizzato sulla richiesta del Comune di Dervio di ottenere lo stato di calamità, mancando di rispetto ai Derviesi e al Consiglio Comunale che li rappresenta, e che all'unanimità ha sostenuto tale richiesta. L'Assessore manca poi di rispetto anche al Sindaco incolpandolo di scelte peraltro decise all'unanimità dal Consiglio Comunale. Ma comunque non è certo colpa del Comune se il peduncolo di Dervio non è stato ancora realizzato, e spieghiamo il perché.

Nelgiugno 2009, all'insediamento della nuova amministrazione derviese,esisteva un progettoapprovato anche dalComune cheprevedevauna piccolagalleria(lasoluzione ritenuta ideale).Nelmarzo2010laProvincia(chenelfrattempohacambiatoamministrazione)comunicachenon ci sono abbastanza soldi,eproponeinalternativaunviadottoapiccosullagolungo70metriealto17:laSoprintendenzaper ibeniarchitettonicidiMilano, chedeveesprimersisulprogetto,dirà poi chenonavrebbeaccettatotalesoluzioneperl'eccessivoimpattoambientale. In soli tre mesi, il 22 giugno2010,ilConsiglioComunale,convoto unanime, presentaallaProvinciaunostudiopereliminarel'impatto delviadotto. Il 13 maggio2011, dopo undici mesi,laProvinciatrasmette quindi alComuneunnuovoprogettochenonprevedepiùilviadottoapiccosullago. In 2 mesi e mezzo, il 4 agosto2011,ilConsiglioComunaleall'unanimità l'okallaProvincia affinché la stessa possasvilupparelesuccessivefasiprogettuali, richiedendo piccole modifiche. Il 20 settembre 2011 la Provincia impone al Comune di riapprovare il progetto senza modifiche e in soli 9 giorni, il 29 settembre 2011, il Consiglio Comunale, all'unanimità, approva il progetto senza alcuna modifica. Solo l'8 febbraio2013, dopo ben 16 mesi,laSoprintendenzaaibeniarchitettonicidiMilanorispondedoponumerosisollecitibocciandoquestasoluzioneperché comporterebbe l'abbattimentodellacasacantonieraperrealizzarelarotondanecessariaperl'accessoalpeduncolo.Doposoli 12giorni, il 20 febbraio 2013,ilConsiglioComunaleilproprioassensoa un'ulteriorepropostadellaProvinciacheprevededi non abbattere più la casa cantoniera realizzandoilpeduncolo solo insalita, anche se con un'utilità sicuramente limitata, madaalloranonabbiamopiùsaputonulla.

Questoelencodidateeprogettisisintetizzainpochisemplicifatti:

1) inbaseallaconvenzionestipulataconANASeMinistero,èlaProvinciaadoverrealizzareilprogettoperilpeduncolo;

2) a questa AmministrazionelaProvinciahapresentato3progetti (non certo una decina come affermato da Simonetti):ilprimoèstato ritirato dallaProvinciastessa, mentreglialtriduesonostati,difatto,bocciatidallaSoprintendenzadiMilano.IlConsiglioComunalenonhamaibocciatoalcunprogettoe,anzi,lihasempreapprovatirinunciandoancheapiccolimiglioramentipurdinonbloccarnel'iter,mapurtroppononèservitoanulla;

3) in questi4annii vari progettisonostatifermiperlenecessarievalutazioni del Consiglio Comunale solo per complessivi 6 mesi.Ilrestodeltempo(3 annie mezzo)èstatoutilizzatodallaProvinciaperpredisporrelevariesoluzioni,edallaSoprintendenzapervalutarle prima di bocciarle.

Cimeravigliamoltoilfattoche Simonetti nonabbianeanchecitato laSoprintendenza,prendendoselainvececonilComune,forseperchévuoleessereforteconipiccoli,mentreinrealtàèdeboleconigrandi. E intanto i cittadini aspettano!

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