Infinito, sentenza si può salvare
Per i boss la libertà si allontana

I presunti 'ndranghetisti di Infinito molto probabilmente resteranno in carcere. Si evince dalle motivazioni della Cassazione che aveva annullato il deposito in due tempi della motivazione della sentenza del gup Roberto Arnaldi. I giudici di Appello possono «sanare» la situazione.

Lecco - I presunti 'ndranghetisti molto probabilmente resteranno dentro, in carcere. Sembra definitivamente allontanarsi l'ipotesi che i 110 imputati condannati dopo l'operazione Infinito possano tornare in libertà. Si evince dalle motivazioni della Cassazione che nei giorni scorsi aveva annullato il deposito in due tempi della motivazione della sentenza del gup Roberto Arnaldi.
I giudici della Suprema Corte hanno infatti stabilito che alla carenza «anche assoluta» delle motivazioni di una sentenza possa porre rimedio «il giudice di grado successivo» che «investito di pieni poteri decisori provvede, quando è necessario, a redigere la motivazione mancante». Dunque il giudizio si Appello potrà sanare il vizio senza che sia necessario annullare la sentenza di primo grado. La Cassazione aveva accolto il ricorso di tre legali Raffaele Della Valle, Donatella Rapetti e Manuela Caciuttolo, per conto dei loro clienti, in quanto messi al corrente in un secondo tempo delle motivazioni e delle sanzioni della sentenza. Ciò a causa di un guasto della stampante che aveva «saltato» 120 pagine delle 900 complessive della sentenza. Una procedura che i giudici della Suprema Corte avevano definito «abnorme».
Nell'udienza d'appello, i magistrati potrebbero quindi «sanare» la sentenza con le motivazioni mancanti.

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