Lecco, sindaci preoccupati
«Le Province, che macello»

Il riordino previsto dal decreto del Governo non convince gli amministratori del territorio, molto scettici non tanto per gli accorpamenti e per la proposta di una maxi provincia che vede insieme Lecco, Como, Varese e Monza, quanto sper l'indefinibilità del provvedimento: non si sa cosa saranno e cosa faranno questi enti. Molti temono un disastro amministrativo

LECCO - Pronti a traslocare armi e bagagli ci sono solo loro: i Comuni della Val San Martino che ambiscono di ricongiungersi con Bergamo.
L'Alto Lago, per bocca del sindaco di Colico Raffaele Grega, non sembra affascinato dall'idea di autoannettersi a Sondrio che resterebbe provincia montana a sè.
E neppure la Brianza sembra esultare per lo spostamento del baricentro che, se venisse confermata l'ipotesi della maxi provincia Lecco-Como- Varese e Monza, l'avvicinerebbe al nuovo capoluogo (in teoria Monza in quanto città con maggior numero di abitanti. «Il punto è un altro - sbotta il sindaco di Merate Andrea Robbiani (Lega) - : è il macello amministrativo senza precedenti con cui dovremo fare i conti, altro che risparmi».
Di cosa parliamo quando parliamo di province è dunque il nodo principale, prima ancora di entrare nel merito del riordino territoriale. I sindaci, di ogni casacca politica, sono scettici e preoccupati.

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