Civate: il fronte ambientalista
scava trincee contro le cave

La nuova delimitazione del giacimento ha suscitato una reazione unanime: dito puntato contro il «tentativo di aggiramento, per cominciare a scavare dal basso col pretesto di rimodellare a balze le vecchie ferite dell'antica cava di Borima per poi salire via via verso San Pietro al Monte»

CIVATE Il "Piano cave" della Provincia di Lecco doveva durare vent'anni, per quanto riguarda il calcare per cemento: il primo decennio è scoccato lo scorso 31 dicembre, quando è invece scaduta la sezione relativa a sabbia e ghiaie.

Il piano vigente prevedeva estrazioni per 10 milioni 950 mila metri cubi di calcare; finora ne sono stati prelevati poco più di 5 milioni: per l'assessore provinciale Carlo Signorelli, d'altronde «pervengono da alcuni anni sollecitazioni per la revisione del piano da parte di soggetti interessati».

Inoltre, nei giorni scorsi, un segno verde sulla mappa del giacimento di materiale individuato sul Cornizzolo - uno tra i più appetibili e controversi - ha quasi triplicato il perimetro che già aveva fatto gridare allo scandalo dallo scorso settembre cittadini e amministrazioni, da quando cioè il nuovo "piano cave" della Provincia ha cominciato a muovere i primi passi.

La nuova delimitazione del giacimento ha suscitato una reazione unanime: dito puntato contro il «tentativo di aggiramento, per cominciare a scavare dal basso col pretesto di rimodellare a balze le vecchie ferite dell'antica cava di Borima per poi salire via via verso San Pietro al Monte».

Tutti i dettagli e la posizione della Holcim nei servizi su "La Provincia di Lecco" in edicola giovedì 2 agosto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA