Nibionno,«Passavo per caso,

io non ho ucciso Joele»

Si protesta innocente uno degli imputati per l’omicidio di Leotta. E’ il lituano di 27 anni che parlò con Alex Galbiati mentre aspettava i soccorsi. «Ero andato lì a trovare un amico.- ha raccontato in aula.- La sola cosa che ricordo è un colpo in testa»

«Non ho ucciso Joele Leotta»: Aleksandras Zuravliovas è il primo ad avere deposto, tra gli imputati per l’omicidio del ventenne di Nibionno e per le lesioni gravi inferte al coetaneo di Rogeno Alex Galbiati, aggrediti lo scorso 20 ottobre nella loro stanza di Lower Stone Street a Maidstone, in Inghilterra, dove lavoravano.

Il ventisettenne lituano è accusato con altri tre connazionali uno dei quali, Tomas Gelezinis, abitava sopra gli italiani. Il processo è in corso. In aula è stata letta la deposizione rilasciata da Zuravliovas alla polizia dopo i fatti: «Passavo per caso e mi sono ritrovato con un colpo in testa; non ricordo molto». Davanti alla corte, il giovane ha confermato. La sua ricostruzione era tra le più attese: com’è già emerso nelle precedenti udienze e dal Pm, infatti, Zuravliovas parlò con Galbiati mentre aspettava con lui i soccorsi (e fu medicato a sua volta); gli si sedette accanto davanti al corpo martoriato, esanime, di Joele e rispose alla domanda che il rogenese ebbe la forza di rivolgergli: «Perché? » Ribatté: «Tu: non io», in un inglese stentato tormentando - secondo il Pm - Galbiati per mesi «con la sensazione che gli volesse dare la colpa».

Ora Zuravliovas ha raccontato: «Sono passato da Lower Street Stone per trovare un amico; la sola cosa che poi ricordo è che ho ricevuto un colpo in testa così forte da svenire». Zuravliovas ha voluto rispondere a dispetto del proprio difensore; infatti, l’avvocato gli ha suggerito di avvalersi della facoltà di non rispondere.

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