Nessuna traccia del disperso

Il corpo forse già “congelato”

Il cadavere di Costinel non è riemerso, potrebbe trovarsi a 140 metri . Sulla pilotina ritrovate tracce di sangue del marito ferito a un braccio

Un altro giorno di ricerche dell’uomo disperso, Ion Costinel, è trascorso senza esito nello specchio d’acqua del lago compreso tra il Moregallo e l’Orsa Maggiore.

I sommozzatori dei vigili del fuoco anche ieri hanno immerso il robot Perseo, che opera a una profondità compresa tra i 120 e i 140 metri e che con sonar e telecamere sta scandagliando il fondale alla ricerca del corpo dell’uomo, vittima di un incidente nautico nella sera tra sabato e domenica scorsi. Per l’esperienza di questo genere di recuperi, un corpo disperso nel lago tende a riemergere in un periodo di tempo compreso fra i tre e i sette giorni dalla scomparsa: se però dovesse raggiungere profondità estreme, superiori a 100 metri, sussiste la possibilità di congelamento e può rimanere ancorato al fondo. Questo è un concreto rischio per le ricerche del piastrellista rumeno di 47 anni, caduto in acqua in un tratto di lago molto profondo (arriva fino a 150 metri). Non è esclusa nemmeno l’ipotesi che il corpo possa non essere mai più ritrovato.

In questi giorni sono proseguiti gli accertamenti da parte dei carabinieri della compagnia di Lecco che, coordinati dal pm titolare dell’inchiesta, la dottoressa Cinzia Citterio, sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Sui due scafi, il gommone dell’artigiano rumeno e la pilotina della famiglia lecchese, sono stati effettuati sopralluoghi: i danni subiti sono compatibili con la dinamica dell’incidente riferita dalla moglie di Ivano Combi, che si trovava alla guida del pilotina al momento dello scontro. Sul loro scafo gli inquirenti hanno ritrovato anche tracce di sangue, in quanto il marito ha subito una ferita a un braccio nel momento dell’incidente. Sul gommone non è invece stato rinvenuto nulla, né sangue, né altro genere di sostanza.

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