Calolziocorte, Brambilla

spunta una holding turca

Ma il sindacato è deluso e i dipendenti continuano a essere preoccupati: il nome infatti resta top secret. Si tratta di una società quotata in Borsa con un Iter da rispettare prima di rendere pubblica la notizia, ha fatto sapere l’azienda all’incontro di ieri. Intanto oggi scade il termine per la presentazione del piano industriale. Deciderà il Tribunale

I manager della Trafilerie Brambilla hanno finalmente confermato la presenza di una holding turca interessata alla società di Calolziocorte. Sfortunatamente l’azienda si è sbottonata davvero molto poco al tavolo di trattativa sindacale che si è svolto ieri pomeriggio in Confindustria Lecco.

«La società ci ha comunicato che in questi giorni è pervenuta una formale manifestazione d’interesse da parte di una holding turca specializzata nel settore dell’acciaio, ma non ci è stato detto il nome di questa società», dice Elena Rossi, sindacalista della Fiom Cgil. Dietro a tanta riservatezza ci sarebbero ragioni ben precise. Infatti, come ha raccontato l’azienda al tavolo di trattativa, la holding turca sarebbe una società quotata in Borsa e quindi, prima di rendere pubblico il proprio interessamento, l’azienda turca ha manifestato la necessità di attraversare un iter informativo, prima che questa notizia diventi di dominio pubblico.

Una motivazione che ha convinto solo a metà i 73 dipendenti dello stabilimento di Calolziocorte, che infatti fra oggi e giovedì sono pronti a presidiare nuovamente i cancelli dell’azienda, in segno di protesta contro il protrarsi di questo limbo, ma anche per cercare di sensibilizzare il giudice del Tribunale di Lecco, Dario Colasanti, a fare il possibile per non spegnere la speranza che l’azienda si possa salvare passando a una procedura concorsuale vera e propria. La Brambilla attualmente si trova in preconcordato e oggi scade il termine ultimo per la presentazione del dettagliato piano industriale che è la base per accedere a una procedura concorsuale. Il progetto non è ancora stato presentato al Tribunale, perché l’interessamento dell’imprenditore turco è confidenziale.

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