Trasporti, anno da montagne russe

L’analisi Andrea Colombo, titolare dell’azienda di settore, parla dell’ingarbugliata situazione normativa: «I nostri problemi tra infrastrutture problematiche, caro carburante e regolamenti in continua evoluzione»

Il trasporto delle merci pericolose rappresenta un segmento importante del settore anche nel Lecchese. È sottoposto a leggi specifiche, protagoniste nei mesi scorsi di un aggiornamento che ha creato non poca preoccupazione tra le imprese.

A spiegarne il motivo è Andrea Colombo, titolare dell’azienda di autotrasporto Colombo di Missaglia, che si occupa anche di questa tipologia di trasporti.

«Sul finire dello scorso anno si è deciso di estendere gli effetti della normativa Adr anche agli speditori, andando a “investire” non soltanto i trasportatori ma tutte le imprese che anche solo semplicemente vendono prodotti considerati pericolosi».

Un ventaglio, in questo senso, estremamente ampio, perché non ci si limita naturalmente a rifiuti speciali e oggetti particolari, in quanto questa categoria ricomprende oli esausti, ma anche lamette e forbici, prodotti chimici (come lacca, deodoranti e via dicendo).

«Questa normativa comporta il rispetto di tutta una serie di incombenze e adempimenti burocratici che appesantirebbero in modo consistenze l’attività delle imprese interessate, con in particolare l’esigenza di dotarsi di un consulenze esterno e i relativi costi. Se le associazioni di categoria, tra le quali Confartigianato, non fossero intervenute, non ci sarebbero state esenzioni, che invece sono state previste lo scorso 21 dicembre 2022, e tutte le aziende dallo scorso gennaio si sarebbero tutte dovute adeguare».

A dover sottostare a questi vincoli sarebbero state tutte le imprese, anche le micro e piccole realtà che spediscono merci pericolose, ma in extremis si è riusciti a strappare una modifica.

«Come associazioni di categoria siamo riusciti a ottenere l’esenzione della nomina del consulente per le attività che hanno quantitativi molto limitati di scambio di queste merci. Vale in particolare per gli speditori, coloro che vendono prodotti spedendoli attraverso mezzi propri o di terzi. Si è quindi riusciti ad evitare, oltre alle incombenze burocratiche, anche i costi legati alla nomina dello specialista esterno, che soprattutto in un momento come quello attuale avrebbero appesantito inutilmente il bilancio delle imprese».

Tre le difficoltà principali che gli operatori del settore incontrano, oltre al caro carburante che «l’anno scorso ci ha portato sulle montagne russe», spicca quello relativo alle risorse umane.

«La ricerca di personale è un punto cruciale per il nostro ambito: di autisti ce ne sono sempre meno e rischiamo di ritrovarci con i mezzi fermi per questa carenza che sta diventando strutturale. Prima era diverso: molti finivano l’anno di militare con le patenti necessarie, mentre oggi i giovani faticano ad avvicinarsi al nostro settore, a maggior ragione a causa dei costi da sostenere per il conseguimento dei titoli di guida necessari. Con Confartigianato stiamo ragionando su come ridurre questi importi, per agevolare chi effettivamente vorrebbe svolgere questa professione».

Quello relativo alle infrastrutture rappresenta un altro tema importante, a maggior ragione per le aziende di autotrasporto, che sulle strade trascorrono le giornate con i loro mezzi.

«Relativamente alla mobilità, infatti, il nostro territorio vive un sacco di problemi, che per quanto riguarda gli autotrasportatori si traducono anche in divieti e vincoli che rendono gli spostamenti ancora più complicati. Ci auguriamo – ha concluso Andrea Colombo, che rappresenta la quinta generazione alla guida dell’azienda di famiglia - che con le Olimpiadi si riescano a finire almeno le opere che sono state avviate e che da tempo ormai si aspetta di vedere concluse».

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