Sportelli bancari. Anche a Lecco il calo è continuo

L’analisi In dieci anni sono state chiuse 67 filiali con la conseguente perdita di seicento posti di lavoro. Nel territorio 19 paesi non hanno l’istituto di credito

Circa 25mila cittadini della provincia di Lecco si ritrovano privi di sportelli bancari.

Il disservizio rappresenta quella “desertificazione” denunciata di recente dalla Fabi (il maggior sindacato dei bancari) come conseguenza della chiusura di filiali e dei relativi tagli di personale, prima ancora che come causa dello sviluppo dell’e-banking, utilizzato in Italia da meno della metà (45%) dei clienti delle banche a fronte di una media europea del 58%, davanti solo a Grecia (42%), Bulgaria (15%) e Romania (15%). Un dato, quello italiano, molto distante da quello di altre grandi economie europee come la Francia (72%) e la Spagna (65%), mentre la Germania registra il 50% di utilizzo di e-banking rispetto al canale tradizionale.

La situazione lecchese coincide con quella nazionale visto che sul totale dei poco più di 337mila abitanti (dato Eurostat al 2019) della provincia a non avere più sportelli nel proprio Comune è il 7,41% della popolazione, solo poco più del 7% nazionale (per un totale di 4 milioni di italiani). Il dato lecchese è tuttavia superiore alla media della “desertificazione bancaria” registrata da Fabi in Nord Italia (dove interessa il 6% dei residenti, contro il 3,2% del Centro e il 10,7% del Sud e Isole) e in Lombardia (5,8%). Sugli 89 Comuni della provincia di Lecco sono 19 quelli rimasti senza sportelli bancari e fra loro il Comune con maggior popolazione è Verderio (5.600 abitanti).

Se nel decennio fra il 2012 e il 2021 le banche in Italia hanno chiuso in 3mila Comuni 11.231 sportelli (da 32.881 a 21.650, pari a un calo del 34%), per il Lecchese i dati elaborati da Fabi provinciale su base dati Banca d’Italia ci dicono che nel 2011 il territorio aveva 243 sportelli bancari, scesi a 176 nel 2021. Netto anche il taglio dei dipendenti bancari: dai 1.600 del 2010 si scende a 1.062 del 2021.

«La provincia di Lecco rappresenta abbondantemente la desertificazione in corso a livello nazionale – afferma Giancarlo Zacchi della segreteria provinciale Fabi -. È in corso una continua diminuzione di sportelli e di dipendenti. L’evoluzione di ciò che accade nasce da una modalità di evoluzione del business che porta sempre più verso il digitale, ma che tiene in scarsa considerazione il tessuto sociale del territorio, caratterizzato da una popolazione piuttosto anziana e poco avvezza all’uso dei mezzi digitali. Non solo: il venir meno di agenzie sul territorio – aggiunge Zacchi – crea uno scollamento del tessuto imprenditoriale. Oggi le banche sono più lanciate verso prodotti finanziari piuttosto che non sulla concessione di crediti a imprese e famiglie. Non essere più presenti fa cadere un supporto da sempre molto importante. Mi auguro – conclude Giancarlo Zacchi – che questa preoccupazione venga presa in carico dalla politica per gestire quello che si profila come un vero problema economico e sociale».

Per il segretario nazionale di Fabi, Lando Maria Sileoni, «la riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al paese ed alla clientela delle banche, che potranno svolgere sempre meno il ruolo sociale a servizio di famiglie e imprese», con l’aggiunta - conclude il segretario Fabi - che «la classe politica non se ne preoccupa abbastanza».

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