Ricavi in crescita. Ma sugli artigiani pesano i rincari

Confartigianato. Nel sondaggio i timori delle imprese: gli aumenti di costo influiscono su margini e prospettive. Tra i problemi anche la carenza di giovani da assumere

Nove aziende su dieci, nel manifatturiero e nelle costruzioni, hanno difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime, mentre la mancanza di manodopera rappresenta un problema per la metà delle imprese edili. L’insufficienza della domanda è invece un tema presente soprattutto nei servizi.

Al sondaggio d’ascolto “Criticità e prospettive 2023 per le Mpi lombarde” di Confartigianato Lombardia, svolto a inizio marzo, hanno partecipato oltre trecento micro-piccole imprese e imprese artigiane lecchesi.

Sono diversi gli elementi di interesse che ne sono emersi. Il fatturato delle Mpi del nostro territorio nel 2022 segna una crescita del +2,1%. A livello settoriale, le performance migliori si registrano per edilizia, installatori d’impianti, servizi informatici e legno-arredo. Due micro e piccole realtà su tre (65%) segnalano il pieno recupero dei livelli di fatturato e dei volumi di produzione, pre-pandemia; quota più alta si osserva per il settore delle costruzioni. Rispetto a come evolverà la situazione e a cosa si aspettano le imprese nei prossimi sei mesi si registra un saldo preceduto da segno meno (-7,6%) determinato da una minoranza di Mpi con giudizio positivo sull’andamento futuro dell’attività (18,9%) rispetto a quelle che prevedono un peggioramento (26,5%).

Le prime tre difficoltà maggiormente riscontrate negli ultimi dodici mesi dalle imprese artigiane e di piccole dimensioni sono: aumento dei prezzi delle materie prime (82,5%), alto prezzo di energia e gas (53,8%), mancanza di manodopera (31,7%). Seguono: scarsità di materie prime (28,2%), incremento dei tassi d’interesse (14,6%), costo dei trasporti (17,6%), insufficienza di domanda (17,3%) e conflitto Russia-Ucraina (5,2%). Queste criticità comportano differenti conseguenze sulle imprese; tra quelle maggiormente segnalate spicca la riduzione dei margini (72,6%), seguita da ritardi nelle consegne (32%) e mancato aumento/riduzione del personale (20,2%).

Per far fronte all’elevato costo di energia e gas il 10% delle Mpi ha effettuato investimenti green nell’ultimo anno. In particolare, hanno investito in installazione di impianti di illuminazione a basso consumo energetico (53,8%), in installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (41,1%) e nell’acquisto di macchinari e utensili più efficienti (28,9%).

Del 32,4% di Mpi che nel 2022 ha assunto nuovo personale il 73,2% afferma di aver riscontrato delle difficoltà nel trovare la figura ricercata. Per far fronte a tale situazione gli artigiani indicano prioritario migliorare l’immagine e la narrazione delle professioni artigiane rivolta ai giovani (53,8%) e assicurare un livello medio retributivo in linea con l’offerta di mercato (43%).

La collaborazione scuola-impresa rappresenta un asset strategico per cambiare la percezione dell’artigianato, superando gli stereotipi e trasmettendo una narrazione più veritiera e aggiornata alle nuove generazioni.

Volgendo lo sguardo oltre, fa riflettere un dato. Ad oggi la quota di Mpi che ritiene che le risorse per finanziare riforme e interventi messe in campo dal Pnrr possano rappresentare un’opportunità per l’impresa stessa si attesta solo all’8,8. Bassa anche la quota di Mpmi lecchesi che ritengono le Olimpiadi 2026 un’opportunità, 2,5%.

Infine la spinosa questione edilizia: le Mpi che vantano crediti legati ai bonus “incagliati” nei cassetti fiscali sono il 22,9%.

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