Produzione vaccini Moderna,
nuovo impianto in Svizzera
Lavoro anche per gli italiani

Previste 1.200 assunzioni nello stabilimento del Gruppo Lonza dove verranno prodotte le fiale anti Covid

Nell’anno più difficile sotto il profilo economico da 35 anni a questa parte, da Basilea arriva una notizia incoraggiante, tenendo conto del fatto che il gruppo Lonza ha deciso di assumere 1200 nuovi dipendenti per l’impianto di “Visp”. Impianto - vale la pena rimarcarlo - che sta producendo il principio attivo per il vaccino anti-Covid Moderna.

La notizia di questa disponibilità di nuovi posti di lavoro si è allungata ben oltre le latitudini ginevrine, considerato - stando alle dichiarazioni rese dal direttore del sito produttivo di Basilea - che l’intenzione è quella di cercare le figure professionali richieste anche nel nord Italia, oltre che in Francia, Germania e persino Oltre Manica.

Ad oggi sono già state assunte 650 persone, ma il forte incremento di richiesta ha imposto la creazione di nuove linee produttive. Di certo si tratta di un’opportunità allettante, anche se trasferirsi in quel di Basilea comporterebbe inevitabilmente onori, ma anche oneri, visto l’alto costo della vita nella cittadina che si trova ai confini con la Francia e la Germania. Queste nuove linee produttive hanno fatto scattare l’interesse anche della Svizzera per la creazione di una propria linea produttiva, alla luce anche delle rimostranze dei Cantoni per l’esiguo numero di vaccini sin qui distribuito sul territorio federale.

In tal senso, secondo quanto si è appreso, contatti sarebbero in corso tra i vertici dell’azienda e il ministro federale Alain Berset. L’obiettivo è quello di arrivare a produrre sino a 300 milioni di dosi all’anno.

Lonza è un gruppo attivo nel settore chimico e farmaceutico. Nell’ultimo bilancio pre-Covid, ha fatto segnare un utile netto di 763 milioni di franchi. E questo dà la dimensione della solidità del gruppo, che ora ha deciso di scommettere su stesso e sul principio attivo del vaccino anti-Covid, Moderna. Resta il fatto che i colossi farmaceutici svizzeri - attivi nella produzione dei vaccini o dei loro principi attivi - sin qui hanno guardato solo in minima parte alla realtà federale, forse perché poco sollecitati in tal senso dal Governo di Berna.

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