Ortopedia digitale. L’innovazione passa da Lecco

Il progetto Uno strumento consente di automatizzare la misurazione del piede e predisporre il plantare. I fratelli Di Martino lo preparano con il Politecnico

Una strumentazione innovativa, in grado di fissare una modalità standard nell’acquisizione di tutte le misure relative al piede. È uno dei progetti che l’Interreg Pmi Network ha permesso di sviluppare nell’arco dei tre anni della sua durata, in cui le aziende del territorio transfrontaliero hanno avuto la possibilità di godere di un supporto tecnico e scientifico di altissimo livello.

Nel caso dell’Ortopedia Di Martino, in realtà, il rapporto con il Politecnico di Milano era già in essere. Nel 2018 l’impresa di Mariano e Giovanni Di Martino aveva infatti partecipato a un bando aperto per un contratto di ricerca con il Polo di Lecco, avviando contatti con i ricercatori dell’ateneo.

«Si tratta di un progetto lungo e articolato su diverse fasi. Dopo averne sviluppato una parte, tramite il Politecnico ci siamo iscritti all’Interreg, in seno al quale abbiamo avuto la possibilità di realizzare lo studio di fattibilità sui passi successivi – ha spiegato Mariano Di Martino -. Grazie all’ateneo, che ci ha segnalato l’opportunità e ha fatto lo studio di fattibilità, e a Confartigianato, il cui Ufficio bandi ci ha aiutato nella preparazione della documentazione, abbiamo partecipato e vinto il bando Tech Fast di Regione Lombardia e ora siamo in corsa per chiudere il progetto entro la fine di ottobre».

Pmi Network, quindi, ha avuto un ruolo importante nel supportare l’azienda lecchese nello sviluppo del progetto. «È stata un’esperienza fantastica per la nostra realtà: ci ha permesso di ultimare il progetto, affiancati dal Politecnico di Milano che è una garanzia dal punto di vista delle competenze tecniche e scientifiche dei ricercatori. Determinante anche il supporto dell’associazione di categoria, considerata la complessità della preparazione del carteggio da presentare in occasione dei bandi e le tempistiche estremamente ridotte».

Ma di cosa tratta il progetto? La Di Martino è un’azienda ortopedica specializzata nella produzione di plantari personalizzati, attiva a Lecco da oltre 30 anni.

«A differenza di altre aziende ortopediche, che si occupano di tutti i presidi, noi siamo altamente specializzati sul piede, che trattiamo sia sotto il profilo della cura che in relazione al suo essere un recettore posturale. È dai piedi che dipende infatti il 50% della posizione posturale della persona, condizionando il lavoro di caviglie, ginocchia e schiena».

Oggi non esistono standard per la rilevazione delle misure in funzione della produzione dei plantari. E il fatto che il piede cambi forma a seconda della posizione assunta complica il processo. «Attualmente ci sono diverse tecniche per svolgere questa operazione, ma per arrivare a saper effettuare un rilievo accurato e preciso serve una grande esperienza, basata su almeno due anni di training e migliaia di impronte prese. Per questo abbiamo pensato di realizzare un macchinario in grado di creare uno standard che agevoli questo procedimento».

Con i ricercatori del Politecnico di Milano – Polo di Lecco si è dunque studiata la realizzazione di un’apparecchiatura costituita da tre diversi elementi. «Il primo step è stato costituito dalla realizzazione di un sistema di visione composto da tre telecamere che inquadrano i marker posizionati su gamba e piede e ne identificano la posizione. Un software diagnostico appositamente sviluppato consente quindi al medico specialista di formulare una diagnosi basata su dati numerici ed obiettivi e successivamente di confrontare tali dati con quelli risultanti da un’ulteriore rilevazione effettuata con i plantari indossati ed evidenziare le relative differenze. Il sistema di visione identifica quindi gli spostamenti da effettuare per portare gamba e piede nella condizione corretta (neutra). Tali dati di spostamento sono inviati a una pedana computerizzata dotata di uno scanner laser doppio che si muove sui piani x e y, collegata con il sistema di visione per posizionare l’arto in allineamento. Una volta digitalizzata la pianta del piede entra in gioco un software di intelligenza artificiale che completa il cerchio: dalla digitalizzazione del piede si passa alla progettazione automatica ed assistita del file da inviare alla fresa a controllo numerico o alla stampante 3D che procederanno alla produzione del plantare. In questo modo si beneficerà anche dell’eliminazione delle fasi di lavorazioni tossiche (legate alla colata di resina che emette vapori nocivi) e di quelle che producono parecchie polveri, oltre che della riduzione dei tempi di realizzazione dei plantari con relativo taglio dei costi di produzione».

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