L’allarme dell’Ance: «Costo dei cantieri aumentato del 35%»

Edilizia I rincari pesano sul settore delle costruzioni. Il presidente Piazza: «Non possiamo lavorare in perdita, difficile portare a compimento gli interventi del Pnrr»

Un aumento del 35% medio sul costo dei cantieri: così l’edilizia rischia di fermarsi. A lanciare l’allarme è stata l’Associazione nazionale dei costruttori edili, che ha rimarcato quanto i rincari stiano pesando in modo consistente anche sul comparto delle costruzioni. A rischiare lo stop sono in particolare le opere pubbliche, tra le quali quelle ricomprese nel perimetro del Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa (Pnrr), che a causa degli aumenti dei costi rischiano di non poter essere realizzate.

I preventivi, dunque, sono aumentati mediamente di oltre un terzo rispetto a quanto previsto, solo pochi mesi fa, sulla base dei prezzari più aggiornati, in base a quanto lamentano i costruttori, che temono un autunno estremamente difficile.

Questi incrementi, infatti, si sono innestati su livelli di prezzo già rialzati nei mesi precedenti, a causa dei picchi raggiunti dalle quotazioni dei materiali per l’edilizia che già avevano indotto le stazioni appaltanti ad aggiornare i prezzari. Questi ultimi, però, saranno nuovamente da adeguare, considerato quanto il caro energia ancora fuori controllo stia incidendo sul quadro economico delle singole opere.

«L’aumento del 35% indicato dall’associazione a livello nazionale rispecchia bene il trend che registriamo anche a livello locale - ha spiegato ieri il presidente di Ance Lecco Sondrio, Sergio Piazza -. In queste condizioni è chiaro che in assenza di un adeguamento dei prezzari diventa difficile anche portare a compimento gli interventi inseriti nel Pnrr, perché un’impresa non può certo lavorare in perdita».

L’imprenditore valsassinese, comunque, nutre una sostanziale fiducia nel sistema, anche a fronte di interlocuzioni avute nelle scorse settimane. «Tra giugno e luglio ho avuto modo di incontrare il commissario straordinario nominato per verificare l’esecuzione corretta e tempestiva dei lavori collegati alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 – ha aggiunto Piazza – e già allora aveva previsto l’esigenza di richiedere al Consiglio dei ministri un incremento del 40% dei fondi a disposizione, proprio per far fronte ai rincari che si stavano palesando. Quindi è una tematica nota al “Palazzo”, che sono convinto non ignorerà la pratica, anche se al momento il Governo è limitato nei suoi poteri».

Nel frattempo, a livello europeo si sta lavorando alla posa di un tetto al prezzo del gas, per mettere un freno alla corsa verso l’alto che si è verificata nei mesi scorsi.

L’obiettivo perseguito dai Paesi del G7, che hanno dato il loro benestare al “price cap” sul petrolio, è duplice, come ha rimarcato il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni: negare i ricavi della Russia per finanziare la guerra e far pressione al ribasso sui prezzi globali dell’energia.

«È un passo nella direzione giusta, tanto più che non può essere un singolo Paese ad adottare un provvedimento di questo tipo - ha continuato Sergio Piazza -. Devono essere, insieme, le nazioni a trazione industriale a fissare il prezzo, per porre fine all’effetto speculativo che ha portato le quotazioni a questi livelli».

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