Il trafiliere: «C’è il rischio di dover fermare gli impianti»

I timori di Mauro Rotta, socio di un’azienda parecchio energivora come Frt-Trafilerie Fratelli Rota di Pescate

LECCO

«È una situazione drammatica, talmente enorme che anche il nostro consorzio è in balìa degli eventi e oggi non riesce a fare nulla per aiutare le imprese a risparmiare su energia e gas».

Mauro Rotta, socio di un’azienda parecchio energivora come Frt-Trafilerie Fratelli Rota di Pescate, non usa mezzi termini nel definire i rincari dell’elettricità che rischiano di far sospendere l’attività a diverse imprese locali.

Da consigliere del consorzio Adda Energia, Rotta basa il giudizio su quanto appreso in una riunione dei giorni scorsi con gli analisti che monitorano le quotazioni: «Alle imprese del consorzio è stato confermato che ora non si può che navigare a vista ma, soprattutto, ci è stato detto che nei prossimi mesi si potrebbero verificare delle fermate per la somministrazione di gas. Ci riferiscono – afferma Rotta – che la priorità di forniture andrà agli ospedali, seguiti dal tardo autunno dalle abitazioni e dai panifici, mentre le aziende potrebbero vedere interruzioni già dai mesi di ottobre-novembre. È uno scenario a cui non voglio nemmeno pensare, ma che ci viene riferito dagli esperti sulla base di un dato di fatto: loro ritengono che i livelli di stoccaggio siano meno avanzati rispetto ai dati che vengono pubblicamente comunicati».

Il super accordo fra Eni e Qatar è una buona notizia, ci dice Rotta, ma di fatto inefficace ad affrontare i prossimi mesi: «Dal Qatar arriverà un gas liquido, da rigassificare e in Italia sono attivi solo tre impianti già impegnati a ritmi sostenuti nelle zone di Venezia e Genova. Il nuovo accordo – afferma Rotta – va benissimo, ma non è la soluzione di breve termine che serve. Inoltre non dimentichiamo – aggiunge – che siamo in un sistema di infrastruttura tecnologicamente concepito per portare gas da Nord e Sud e non viceversa. Ci si sta attivando per raddoppiare le condotte nel flusso inverso, ma è evidente che sarebbe una grande opera di non breve periodo. Questa è la situazione che ci attende nel caso il flusso dal gasdotto North Stream, come ci aspettiamo, verrà chiuso».

Il tempo gioca a svantaggio per le aziende come la sua, che utilizza molta più elettricità che gas, ma per la quale il gas è comunque di utilizzo quotidiano, «senza gas – sottolinea Rotta – i nostri processi non possono funzionare. Stiamo valutando nuove iniziative di fornitura, ma i tempi non sarebbero comunque brevi. Per ora cerchiamo di controllare la situazione con l’auspicio di ottenere contratti che siano non dico vantaggiosi economicamente, cosa impensabile ora, ma che ci diano perlomeno la disponibilità di fornitura».

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