Domanda vivace sul mercato interno. L’export è stabile

Congiuntura . Indagine rapida di Confindustria su marzo. Sono indicate in crescita anche le vendite domestiche. Non si segnalano variazioni sui livelli dell’occupazione

L’elemento che emerge dall’Osservatorio congiunturale rapido di Confindustria (svolto in sinergia dalle territoriali di Como, Lecco e Sondrio) è la stabilità. Le imprese, riferendosi a marzo, hanno dichiarato il generale mantenimento dei livelli, con il mercato domestico a dimostrarsi più dinamico di quelli internazionali sia per domanda che per fatturato.

Nel complesso la lettura è però di una tendenza al miglioramento, considerato che l’andamento rilevato in questo Osservatorio è migliore rispetto a quelli precedenti, sia guardando a quello rapido di novembre, dove tutti gli indicatori ad eccezione dell’occupazione erano in peggioramento, sia facendo riferimento a quello di natura quantitativa riferito al secondo semestre 2022, dove erano state riscontrate dinamiche di lieve ribasso con un assestamento della crescita che aveva caratterizzato la prima metà dell’anno. Scendendo nel dettaglio, le aziende di Lecco e Sondrio esprimono – in relazione alla domanda – una marcata stabilità rispetto ai livelli di febbraio, seppur con differenze in base ai mercati.

Se per l’Italia si riscontra un bilanciamento tra le indicazioni di miglioramento e peggioramento (30,2%) con la prevalenza della stabilità (39,6%), per l’export in caso di variazione risultano più diffuse le segnalazioni di rallentamento (33,3%), mentre per circa la metà (47,9%) si parla comunque di mantenimento. L’indicatore associato alla produzione conferma le dinamiche registrate per la domanda e risulta orientato alla stabilità rispetto ai livelli di febbraio. Il mantenimento è segnalato da circa tre realtà su cinque (58%) ed è avvalorato dal bilanciamento tra le indicazioni delle imprese che comunicano un aumento (20%) e quelle delle aziende che evidenziano invece un calo(22%). L’esame dell’utilizzo degli impianti evidenzia un tasso del 76,1%, inferiore di circa quattro punti percentuali rispetto a quanto registrato nella precedente indagine (80% a novembre 2022).

Guardando invece al fatturato, quello riferito al mercato domestico è più dinamico, con quattro realtà su cinque (79,2%) che segnalano sia un mantenimento dei livelli sia una crescita, a fronte del restante 20,8% che comunica un calo.

Le vendite oltre confine sono considerate invece stabili: per il 44,6% del campione non sono indicate variazioni rispetto al mese precedente, mentre la rimanente quota è suddivisa equamente tra realtà che segnalano aumento (27,7%) e diminuzione (27,7%). Detto che il campione indica il persistere di distorsioni legate a prezzi e condizioni di approvvigionamento delle materie prime.

Per oltre una realtà su cinque (21,2%) è stato rilevato un incremento dei listini praticati dai fornitori mentre circa un’azienda su quattro (23,1%) ha indicato un allungamento delle tempistiche. A causa di questi elementi, il 62,3% ha segnalato la contrazione dei margini, il 18,9% un ridimensionamento o un posticipo degli investimenti aziendali, il 15,1% una riorganizzazione del lavoro o dell’attività produttiva, il 13,2% una riduzione dell’attività aziendale.

In riferimento all’occupazione, l’orientamento alla stabilità rilevato a livello generale è riscontrabile anche dai pareri qualitativi espressi dalle imprese riguardo l’occupazione. Per quasi nove realtà su dieci (86,8%) è indicato infatti il mantenimento degli organici rispetto ai livelli di febbraio e, in caso di variazione, la crescita è segnalata dal 9,4% del campione a fronte del 3,8% che comunica, invece, una diminuzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA