Corrono e assumono
Technoprobe e D-Orbit,
simbolo della ripartenza

Le aziende protagoniste agli Innovation days. Nell’azienda di Cernusco Lombardone 200 persone in più da gennaio mentre l’ex startup di Fino Mornasco cresce nelle sedi all’estero

La Lombardia che riparte è stata al centro della terza tappa di “Innovation days”, il roadshow promosso dal Sole 24 Ore dedicato a mettere in evidenza le capacità di innovazione dei territori, oggi alle prese con le conseguenze della pandemia e con una crisi economica molto grave.

I temi e le storie dell’appuntamento on line hanno messo in rilievo la forza della nostra regione, pronta a riprendere la crescita tra aziende biomedicali che trovano soluzioni anti-Covid, atenei che puntano sulla didattica a distanza, imprese che tornano ad assumere, gruppi immobiliari che confermano la propria strategia di crescita e start up che hanno saputo offrire soluzioni di alto profilo per gestire l’emergenza.

«Investire in ricerca e in innovazione – ha detto Attilio Fontana, presidente della Regione – è un aiuto per tutti, perché il tessuto delle nostre piccole e medie imprese sia sostenuto ed accompagnato nel cambiamento».

Il contesto

Certo, la situazione attuale è complessa e per questo il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, ha dettato un elenco di priorità evidenziando come la sola forza delle imprese non basta: «Serve un supporto – ha detto – su credito e liquidità, semplificazione, investimenti, sanità, mercato interno e competitività».

Dal Lario sono arrivate due testimonianze di rilievo, in controtendenza rispetto alla situazione economica generale. La prima è stata quella della D-Orbit di Fino Mornasco, impresa fornitrice di prodotti e servizi per settore spaziale capaci di coprire l’intero ciclo di una missione. L’azienda ha risentito solo parzialmente dell’emergenza Covid, con uno slittamento temporale di alcune commesse che ha tuttavia consentito di pianificare meglio i prossimi anni. “Esistiamo grazie alla scommessa di investitori finanziari – ha spiegato il ceo Luca Rossettini – e quindi è evidente come, in un periodo in cui tutti hanno paura perché è presente una notevole incertezza, ci sia stato chiesto di essere attenti ai costi». Ma questo non significa certo, nella filosofia di D-Orbit, chiudersi a riccio in attesa che passi la tempesta. «Da un lato – ha proseguito Rossettini – abbiamo diversificato alcuni aspetti del core business per andare incontro a nuove esigenze, dall’altro ci siamo concentrati su come mantenere elevata la competitività ed essere così pronti quando il mercato ripartirà a pieno ritmo: per questo motivo, anche in piena emergenza Covid, abbiamo effettuato alcune assunzioni e ne faremo altre nelle nostre sedi locali nel Regno Unito e negli Stati Uniti». D-Orbit, nata come startup nel 2011 con quattro dipendenti, ne ha oggi 75.

Microchip per gli smartphone

Ancora più impattanti sono i numeri illustrati ieri da Roberto Crippa, vicepresidente della Technoprobe di Cernusco Lombardone, uno dei due produttori mondiali di schede elettroniche in grado di testare, come interfaccia prima che vengano utilizzati, i microchip inseriti in smartphone, tablet o device. «La nostra crescita – ha detto Crippa – sta proseguendo a pieno ritmo e il fatturato del 2020 dovrebbe superare del 30% quello dello scorso anno; inoltre, da gennaio ad oggi abbiamo assunto duecento persone ed altre cento saranno assunte prima di fine anno: eravamo 500 ad inizio 2020 e saremo 800 a dicembre».

Nel periodo del lockdown, colossi come la statunitense Intel o la cinese Huawei hanno proprosto alla Technoprobe di proseguire all’estero la propria produzione: «Ma fortunatamente abbiamo potuto continuare qui in Italia – conclude Crippa – ed ora abbiamo avviato i lavori per realizzare un nuovo stabilimento a fianco di quello già esistente».

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