Confindustria, è iniziata l’epoca
di Plinio Agostoni

L’elezione Ieri il voto dell’assemblea ha ratificato la nomina a presidente «Dobbiamo riscoprire la scintilla che si è accesa nel nostro cuore»

Il nuovo presidente di Confindustria Lecco e Sondrio è Plinio Agostoni. Non è una sorpresa, in quanto la designazione effettuata già a metà aprile dall’apposita Commissione aveva spazzato il campo da ogni dubbio, scegliendo l’industriale del settore agroalimentare quale successore di Lorenzo Riva. Ieri pomeriggio, però, è infine arrivato il voto dell’assemblea a ratificare la scelta.

In occasione dell’assise, riunitasi nell’auditorium della Camera di Commercio per disporre degli spazi necessari all’ampia partecipazione attesa da parte degli imprenditori associati, si è provveduto quindi non soltanto a eleggere Agostoni alla guida della territoriale per il mandato 2022/2025 e a salutare il presidente di Electro Adda e vicepresidente dell’ente camerale, che ha ceduto il testimone dopo 5 anni intensi, ma anche a ridisegnare il Consiglio di presidenza.

Oltre al presidente, infatti, sono stati eletti (per un mandato più breve, fino al 2024) il vicepresidente Emilio Mottolini (Salumificio Mottolini Srl di Poggiridenti) e i consiglieri Antonio Bartesaghi (Omet Srl di Lecco), Roberto Crippa (Technoprobe SpA di Cernusco Lombardone), Flaminia Frigerio (Frigerio Ettore SpA di Lecco), Paolo Mainetti (Valtecne Srl di Berbenno di Valtellina), Mario Moro (Penz Srl di Gordona), Marta Rota (Varo Srl di Valmadrera) e Aristide Stucchi (A.A.G. Stucchi Srl di Olginate).

Agostoni ha tracciato un breve quadro dello scenario attuale. «Due anni di pandemia hanno fortemente depresso l’economia, in un modo oltretutto distorsivo, quasi azzerando il giro di affari di alcuni settori e addirittura premiandone altri, seppure pochissimi. Ora ci stiamo confrontando con l’esplosione dei costi energetici e di molte materie prime per le quali ci sono anche gravi problemi di approvvigionamento, con conseguente rischio di impossibilità di evasione degli ordini. La guerra, seppure non responsabile direttamente, o totalmente, di questa situazione, certo amplifica le criticità e soprattutto getta un’ombra di incertezza sul futuro».

Un contesto complesso, in cui l’associazione è chiamata a essere sempre di più un luogo di condivisione e confronto, al fine di individuare nuove soluzioni.

«Di fronte alla complessità e alla gravità dei problemi - ha concluso -, dobbiamo riscoprire quel quid, quella scintilla che si è accesa nel nostro cuore e nella nostra mente o in quella dei nostri padri, o nonni, o avi. Quella scintilla che si è accesa e riaccesa in tanti passaggi e cambiamenti delle nostre imprese, perché le imprese non vivono se non cambiano; insomma, quella scintilla che era niente, una realtà impalpabile, ed è diventata un’opera, un’impresa, piccola o grande, ma sempre bella: una bella cosa».

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