Bresaola, consumi calati: «Costa troppo»

Il punto Una ricerca Doxa commissionata dal Consorzio di tutela spiega le ragioni della riduzione dell’appeal. Un italiano su quattro si è orientato su salumi meno costosi e il nostro prodotto (-14%) è sceso al quinto posto

Bresaola della Valtellina Igp vittima dell’inflazione che erode il potere d’acquisto degli italiani: nel solo mese di marzo i consumi sono calati del 14%, ma ormai da mesi si parla di perdita a due cifre.

C’è anche il salume valtellinese per eccellenza, simbolo della migliore dop economy italiana e lombarda, alla quale contribuisce per seconda appena dietro il Grana padano, tra i prodotti “tagliati” da chi fa sempre più fatica a far quadrare i conti e che dunque si orienta verso scelte alimentari più economiche.

Indagine

Secondo una ricerca Doxa commissionata dal Consorzio di tutela della bresaola, il mondo dei salumi, che rappresentano una componente fondamentale e “tradizionale” dell’alimentazione, è in salute: un italiano su quattro, con una certa preponderanza della generazione Z, ne ha incrementato il consumo nell’ultimo anno ma, a causa dell’inflazione e della spending review domestica, gli acquisti si sono orientati verso prodotti con un costo inferiore. La bresaola nell’ultimo anno ha perso terreno scendendo dal terzo al quinto posto dei salumi più acquistati dopo prosciutto (crudo e cotto), salame e mortadella

«Sono calati i consumi, ma l’immagine della Bresaola della Valtellina Igp resta alta - dice il presidente del Consorzio di tutela, Mario Francesco Moro -. C’è dunque da sperare che nei prossimi mesi la tendenza possa essere invertita, proprio perché il passaggio a prodotti percepiti come meno salutari, alla lunga, può diventare un problema per il consumatore. Lo diciamo da mesi: spendere qualcosa in più per un prodotto di qualità diventa una scelta vincente, anche se complessa per l’economia familiare».

Un dato che però non può essere ignorato. «E’ forse arrivato il momento di ragionare attentamente, anche con la grande distribuzione organizzata, sul ruolo di rilancio dei consumi, che potrebbe avere una rinnovata attenzione alle politiche promozionali - afferma Moro -. Il fattore prezzo frena un consumatore affezionato della Bresaola della Valtellina Igp».

Un segnale d’allarme che fa seguito a quello relativo a produzione e fatturato dell’anno scorso in cui, dopo un 2021 di ripresa, sono stati prodotti 1 milione di chilogrammi in meno di Bresaola della Valtellina Igp. Proprio dalla seconda metà del 2022 si è riscontrata la progressiva riduzione della domanda di bresaola e in particolare di quella certificata Igp. E non certo per una questione di qualità.

Condizionamento

Dalla ricerca Doxa “Gli italiani e la Bresaola della Valtellina Igp” commissionata dal Consorzio di tutela su un campione rappresentativo della popolazione italiana di mille persone tra i 18 e i 74 anni emerge infatti che nella scelta di un salume, per un italiano su due la garanzia di una certificazione di qualità si piazza al primo posto degli elementi più importanti, a cui fa seguito la tipicità per 1 italiano su 4. A pari merito, seguono la leggerezza e la praticità.

E’ il prezzo la ragione principale della riduzione dei consumi: un italiano su due afferma che il salume tipico certificato oggi costa troppo per le proprie disponibilità economiche, soprattutto a confronto con altri salumi. Solo per due italiani su dieci la causa della disaffezione va cercata nel cambiamento dello stile di vita (vegetariano/vegano) o in ragioni etiche.

Il fatto che gli italiani abbiano difficoltà ad acquistare il salume tipico valtellinese, per l’assottigliarsi del potere d’acquisto legato al crescere dell’inflazione, non significa però che sia cambiata la percezione positiva del prodotto.

La Bresaola della Valtellina Igp conserva, e forse accresce, il proprio fascino: tra i motivi del consumo, a pari merito si piazzano proprio la praticità/velocità di preparazione (51%) e il suo essere leggera e proteica con un buon rapporto qualità/quantità proteine/prezzo (50%) a cui fa seguito l’essere sinonimo dell’eccellenza Made in Italy, garantita da una certificazione Igp(37%).

C’è una consapevolezza piuttosto alta sul fatto che rinunciare a consumare un prodotto come la bresaola significa orientarsi verso salumi meno cari (37%), meno leggeri (37%) e con un minor apporto proteico (22%). La bresaola è attualmente il salume preferito per tre italiani su dieci (30%) soprattutto per i millennials (35%).

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