Birrificio Lariano di Sirone. Conferma tra le eccellenze

Qualità L’impresa brianzola inserita nell’edizione della guida edita da Slow food

Sei “Chiocciole”, dodici Eccellenze (tra cui una lecchese) e dieci locali premiati.

Sono i numeri lombardi relativi ai riconoscimenti della Guida alle Birre d’Italia 2023 assegnati nei giorni scorsi. La guida ai migliori birrifici e alle migliori birre di Slow Food Editore, giunta all’ ottava edizione, è stata presentata, basata sul lavoro di oltre 90 collaboratori capitanati ancora una volta dai curatori Luca Giaccone ed Eugenio Signoroni.

Oltre a voler offrire un’esaustiva quanto capillare istantanea del mondo brassicolo italiano di eccellenza, la Guida alle birre d’Italia 2023 punta a raggiungere un pubblico sempre più ampio che coinvolga non solo gli esperti di settore, ma anche gli appassionati e i curiosi che muovono i primi passi nel riconoscere una birra di qualità.

Anche quest’anno, la Guida riconosce la Chiocciola a quelle aziende eccellenti e slow per la qualità e costanza dei loro prodotti, per il ruolo svolto nel settore, per i valori identitari e per l’attenzione al territorio e all’ambiente. Le Chiocciole della nuova edizione sono state assegnate a 38 birrifici e 3 produttori di sidro. Le regioni maggiormente riconosciute sono il Piemonte e la Lombardia, seguite da Veneto e Marche.

A interessare il Lecchese è però il simbolo dell’Eccellenza, riconosciuto a quelle aziende che esprimono un’elevata qualità media su tutta la produzione. Le Eccellenze della Guida 2023 sono 87, di cui 80 birrifici e 7 produttori di sidro. Tra quelle lombarde spicca dunque, per quanto riguarda il nostro territorio, il Birrificio Lariano di Sirone, che dal maggio 2008 produce “La Grigna”, in stile pils, cui negli anni si sono aggiunte tra le altre “Falesia”, “Statale52”, “Tripè” e le “birre in botte”, nuova linea al gusto di frutti di bosco.

Nella Guida si raccontano in modo più estensivo anche i locali dove comprare e bere birra, grazie a un elenco di simboli che non solo descrivono la proposta gastronomica, ma ne denotano l’eccellenza. In questo caso non ci sono realtà lecchesi, ma locali che sorgono a poca distanza dal confine, come l’Abbazia di Sherwood di Caprino.

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