Aziende artigiane. Negli ultimi sei anni se ne sono perse 500

L’analisi La quota nel Lecchese ha avuto un calo del 5.3%, per il loro numero totale (8.509) la nostra provincia è comunque prima in Lombardia e seconda in Italia

Le imprese artigiane sul territorio lariano hanno subito il contraccolpo della pandemia e, ora, della crisi energetica, perdendo una quantità consistente di attività negli ultimi sei anni: a Lecco l’emorragia è stata di circa 500 realtà, così come a Como. Va da sé che sul totale, la quota persa dal territorio lecchese (-5,3%) sia più ampia rispetto a quella comasca (-3,1%).

La Camera di Commercio ha analizzato lo stato di salute delle imprese artigiane del territorio, attraverso i dati statistici. Il quadro che è emerso evidenzia non soltanto l’importanza del settore nelle due economie territoriali, ma anche quanto questo sia in sofferenza.

Nelle due province, in base ai dati cristallizzati al 30 giugno scorso, le realtà artigiane erano 23.951 e rappresentavano il 36% del totale. L’incidenza è particolarmente importante, considerato che Como (15.442 realtà imprenditoriali, 35,7%) è seconda nella graduatoria lombarda per incidenza delle aziende artigiane (quarta in Italia), mentre Lecco (8.509 unità, 36,7%) è prima in Lombardia e seconda in Italia (dietro a Reggio Emilia e davanti a Verbania).

Questa caratteristica imprenditoriale è particolarmente pregnante nella nostra regione, considerando che 5 delle 12 province si collocano nei primi dieci posti della classifica nazionale (oltre a Lecco e Como, anche Lodi, Bergamo e Pavia, dal 5° al 7°posto, tutte con quote superiori al 34%). A chiudere la top ten, Prato, Belluno e Novara.

Andando a osservare quali sono i comparti con la maggiore concentrazione di imprese artigiane, spicca sul Lario quello delle “costruzioni” (poco più di 9.400 unità, pari al 39,4%); il 14,4% negli “altri servizi” (oltre 3.400 aziende); il 10,4% nel “metalmeccanico” (quasi 2.500) e il 9,7% nei “servizi alla persona” (oltre 2.300).

Paragonando i due territori lariani, a Como si nota una concentrazione più bassa rispetto a Lecco di imprese artigiane soprattutto nel “metalmeccanico” (8% contro 14,6%); viceversa, le aziende artigiane comasche hanno una concentrazione più elevata in particolare nelle “costruzioni” (40% contro 38,2%), nel “legno, arredo e carta” (5,8% contro 2,9%) e nel “tessile e abbigliamento” (3,3% contro 1,8%).

La forma giuridica prevalente è generalmente - a livello nazionale - quella di impresa individuale, che rappresenta il 78% del totale (oltre 997mila aziende). Una prevalenza che si ritrova anche in territorio lariano, sia pure con incidenza differente. Qui, infatti, la media delle due province è del 72,8% (17.444 unità), contro il 27,1% di società (1.992 di capitale, pari all’8,3%, e 4.502 di persone, pari al 18,8%).

Le ditte artigiane lecchesi sono mediamente più strutturate rispetto a quelle comasche: infatti la quota di imprese individuali è più bassa (72,2% contro 73,1%).

Il trend degli ultimi sei anni e mezzo, come detto, è negativo. Vale a livello italiano (con un calo di 70.300 unità, -5,2%) e lombardo (12.500 imprese in meno, -5%) come lariano. L’emorragia è stata di circa mille attività complessive, equamente suddivise tra Lecco (-474 aziende) e Como (-487). In questo senso, se Lecco ha ricalcato la quota lombarda e nazionale (-5,3%), Como ha retto meglio l’urto (-3,1%).

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