Zattera per il duce
«È un mio ricordo»
«Basta propaganda»

Menaggio: nelle acque davanti alla piazza è comparsa una barca di polistirolo nell’anniversario della morte E a Giulino di Mezzegra spunta un mazzo di fiori

Settantacinque anni fa, il 28 aprile, Benito Mussolini veniva giustiziato davanti al cancello di Villa Belmonte, a Giulino di Mezzegra. Un pezzo di storia che in questi giorni, come accade ogni anno, torna di attualità.

Ieri, nelle acque dinanzi alla piazza di Menaggio è comparsa, ancorata a un manufatto di polistirolo, l’effigie del duce con una scritta inneggiante ai caduti e reduci. Un chiaro messaggio in una ricorrenza che, solitamente, vede radunarsi i fedelissimi della Repubblica di Salò prima a Dongo e poi a Mezzegra per una cerimonia commemorativa molto discussa e fonte di innumerevoli polemiche.

Nell’impossibilità di radunarsi fisicamente, qualcuno ha voluto testimoniare la propria fede politica esponendo pubblicamente l’immagine di Mussolini con un’eloquente scritta.

«Sono sempre presente al ricordo davanti al cancello di Villa Belmonte – dice l'autore del gesto– . Quest’anno, vista l’impossibilità di muovermi, ho pensato di commemorare a modo mio il duce e i reduci caduti, tra i quali c’è anche mio zio, morto all’età di 29 anni in Grecia. Stasera, comunque, mi premurerò di ritirare la piccola zattera con l’immagine del duce dal lago».

Un rito sempre contestato dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia). «L’immagine del duce deposta nelle acque andrebbe levata da lì – esordisce Cristina Redaelli, consigliere comunale e nota esponente culturale del territorio – Andrebbe levata per rispetto di un dettato costituzionale che vieta ogni forma di apologia del fascismo. Qui non si tratta di libertà di espressione, ma di propaganda non lecita. Spero, di conseguenza, che chi di dovere provveda a togliere dalle acque di Menaggio l’effigie del duce». Informato dell’accaduto il sindaco ha fatto poi rimuovere l’immagine. A Giulino di Mezzegra, davanti a Villa Belmonte, nella notte è stato invece deposto un mazzo di fiori davanti alla lapide che ricorda il luogo della fucilazione del duce.

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