Vittime del Pizzo Cengalo
I familiari presentano ricorso

Per la giustizia svizzera nessun colpevole della frana che nel 2017 uccise 13 persone in Val Bregaglia

Avevano trenta giorni per opporsi e non sono rimasti a guardare. Come reso noto ieri dalla Radiotelevisione svizzera Rsi, i famigliari delle vittime della tragica frana del Pizzo Cengalo hanno deciso di ricorrere al Tribunale federale di Losanna e impugnare la sentenza emessa dai giudici di Coira.

A metà gennaio il Tribunale cantonale grigionese, proprio come aveva fatto la Procura pubblica retica sette mesi prima, aveva stabilito che la frana avvenuta nel 2017 in Val Bondasca non era prevedibile. Sulla base di questa premessa, quindi, non c’era alcun responsabile penale per la morte degli otto escursionisti travolti.

Invece secondo l’avvocato di tredici parenti delle vittime, di nazionalità svizzera, tedesca e austriaca, i rilievi svolti quindici giorni prima della tragedia sui movimenti della massa rocciosa avrebbero dovuto spingere le autorità grigionesi ad assumere ulteriori misure di sicurezza. Al di là dell’iter giudiziario, in Val Bondasca la situazione di pericolo permane. Nel corso dell’inverno non si sono riscontrati movimenti rilevanti della roccia, ma l’accesso alla valle è ancora proibito, perché secondo i geologi si potrebbe verificare un’altra frana da milioni di metri cubi di materiale.

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