Usa: assalto al Congresso
dei fans di Trump

Il presidente uscente chiede di cessare l’assedio ma continua a non riconoscere la vittoria di Biden alle elezioni. Feriti diversi agenti e, gravemente, una donna, colpita al petto da un colpo d’arma da fuoco.

Choc nel mondo per un assalto senza precedenti, con scontri e feriti, a Capitol Hill, il cuore della democrazia americana. Ad attaccarlo sono stati migliaia di fan di Donald Trump mentre era in corso la seduta del Congresso per certificare la vittoria di Joe Biden, nello stesso giorno in cui i dem hanno conquistato il Senato e quindi l’intero parlamento.

Dopo aver sfondato le recinzioni e i deboli cordoni di polizia, i supporter, alcuni armati e in mimetica, hanno infranto alcune finestre e hanno fatto irruzione nel Campidoglio. Un blitz che solleva molti interrogativi su come le forze dell’ordine si fossero preparate ad una protesta prevista da giorni. Al parlamento è scattato il lockdown, la seduta è stata sospesa, la polizia ha dovuto impugnare le armi per difendere gli eletti e usare i lacrimogeni nella storica rotonda del Congresso, ordinando a deputati e senatori di indossare la maschera antigas e di stendersi a terra. Mike Pence, che presiedeva la sessione, è stato scortato fuori dal Senato mentre un supporter di Trump si accomodava sul suo scranno. Ê’ stata quindi mobilitata la guardia nazionale e proclamato il coprifuoco in città ma questo non ha impedito nel frattempo scene di violenza e guerriglia. Feriti diversi agenti e, gravemente, una donna, colpita al petto da un colpo d’arma da fuoco.

«Questa non è una protesta, è un’insurrezione. La nostra democrazia è sotto un assalto senza precedenti, un assalto contro i rappresentanti del popolo», ha denunciato Joe Biden esortando Trump ad andare in tv a chiedere la fine dell’assedio.

Cosa che il presidente ha fatto solo dopo un lungo silenzio e due deboli e tardivi tweet in cui chiedeva ai suoi sostenitori di stare tranquilli: «L’elezione ci è stata rubata, ma dovete andare a casa. Non vogliamo che nessuno resti ferito». Ma a fomentare la protesta e a incendiare il Paese è stato proprio Trump, che continua pericolosamente a rifiutare di riconoscere la sconfitta. «Non concederemo mai la vittoria a Biden, i repubblicani che la certificheranno sono deboli e patetici», aveva tuonato in mattinata il presidente uscente davanti a migliaia di fan senza mascherina radunatisi davanti alla Casa Bianca per “salvare l’America”. Trump non ha mollato neppure dopo la batosta del Senato, dove i dem hanno incassato una vittoria storica nella roccaforte repubblicana della Georgia. Per tutto il giorno non ha fatto altro che rilanciare le accuse di brogli, frutto di «un sistema elettorale peggio di quelli del terzo mondo», scagliandosi contro i dem per aver «rubato» anche i due ballottaggi in Georgia. «Avremo un presidente illegittimo, non possiamo permetterlo», ha arringato i suoi sostenitori, sbarcati in una capitale blindata dopo i tafferugli che già si erano consumati nella notte.

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