Una gabbia per la frana di Lenno
Giorni di speranza per i 10 sfollati

La famiglia di Nicola Amelio tra quelle che hanno dovuto lasciare l’abitazione

«Il primo pensiero, quando ci hanno chiesto di lasciare in via precauzionale la nostra abitazione, è stato per la piccola Letizia, che in quel momento era coi nonni. Pioveva parecchio e c’era un vento fortissimo. Ora speriamo di tornare presto a casa».

Dietro il bancone del bar pasticceria Tremezzina di Lenno Nicola Amelio ripensa a quel lunedì pomeriggio, dopo che da un costone di roccia della zona nota come Val de la Chimbia sono piovuti a valle massi di dimensioni ragguardevoli.

Una corsa verso le case di parecchi metri - che ha lasciato ben visibili i segni del passaggio - frenata fortunatamente dalla vegetazione. Uno dei massi, il più pesante, ora è stato provvisoriamente ancorato ad un paio di alberi.

Accanto a Nicola Amelio ci sono la compagna Ornella Pini e la piccola Letizia, 15 mesi e un sorrisone rassicurante mentre papà Nicola e mamma Ornella riavvolgono il nastro di quelle ore che di sicuro ricorderanno a lungo. «Da sei notti siamo in albergo. Non ci manca nulla e il Comune ci ha assistito. Ma certo, le nostre cose sono in casa e più passano i giorni e più si sente la necessità di riappropriarsene», sottolinea Amelio.

Complessivamente sono 4 le abitazioni evacuate ufficialmente da martedì, in tutto 10 persone (solo due nuclei familiari, 6 persone, abitano lì tutto l’anno). Ieri mattina l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Abbate in stretto contatto con il sindaco Mauro Guerra ha effettuato un nuovo sopralluogo sul posto.

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