Un erbese guida i Ragni di Lecco
«Proseguo con il rinnovamento»

Luca Schiera a soli trent’anni è presidente di uno dei sodalizi più prestigiosi: «Vorrei valorizzare il Buco del Piombo e rendere famose nel mondo le nostre pareti»

«Il Buco del Piombo ha una storia interessante, poco conosciuta che vorrei far scoprire. Il Sasso d’Erba è stata una delle prime pareti in Lombardia a venire usata come palestra di allenamento per la scalata già sessant’anni fa».

È nato e cresciuto tra queste rocce il nuovo e giovanissimo presidente del prestigioso gruppo dei Ragni di Lecco, Luca Schiera, 30 anni, di Anzano, ma oggi residente a Erba, da qualche giorno guida l’associazione sportiva dei Maglioni Rossi, una delle più conosciute al mondo.

Un incarico che arriva dopo i tre anni dell’amico e compagno di arrampicate Matteo Della Bordella e che il giovane alpinista erbese si appresta ad affrontare con l’obiettivo di divulgare la passione e la cultura per la montagna.

«Voglio proseguire sulla strada già cominciata da Fabio Palma qualche anno fa quando il gruppo ha iniziato a seguire una certa linea di rinnovamento e si è cominciato a diffondere video. E comunque voglio continuare a viaggiare e ad arrampicare».L’anno scorso, quando è scoppiata la pandemia, Schiera si trovava a Campo Hielo Norte in Patagonia dove insieme a Paolo Marazzi ha salito una nuova via battezzata Cerro Mangiafuoco.

Schiera in pochi anni ha fatto imprese in Pakistan, Oman, Kirghizistan, Cina. Nel 2013 aveva ricevuto il Maglione Rosso dei Ragni dopo la salita della via nuova sulla Ovest della Torre Egger. Poi nel 2015 è stata la volta del Cerro Torre. Oggi in Patagonia ci vorrebbe ritornare così come anche in Pakistan dove andrà forse già la prossima estate. E alle imprese in giro per il mondo affianca l’attività sulle montagne di casa.

«Ho iniziato l’arrampicata quando ero piccolo, avevo solo cinque anni perché mi portava mio papà Alberto - racconta - Oggi la mia attività principale si svolge in Val Masino e in Val di Mello, ma è facile che frequenti anche queste montagne. Sopra Erba si scoprono delle cose davvero interessanti. Non ci sono delle grosse pareti visto che si tratta delle Prealpi, ma per me sono sempre stati luoghi stimolanti».

Benedetta Magni

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