Tutte le paure di Emanuele
«Di sicuro non sta fingendo»

Il giovane è ancora l’unico indagato per il giallo di Grosotto - Sotto choc, nei giorni scorsi ha anche chiamato i Carabinieri

È ancora l’unico indagato per la morte di Veronica Balsamo. E non parla, giurando di non ricordare niente di quella sera.

«Ero in macchina con Veronica nella zona di Roncale, lei ha deciso di tornare in paese, poi so soltanto che mi sono ritrovato nella macchina ribaltata». Questo e poco altro ha raccontato finora Emanuele Casula. Ai Carabinieri ha ammesso anche che lui e la ragazza erano parecchio su di giri quella sera del 23 agosto e che tra i due c’era stato un acceso battibecco.

Frasi pronunciate a spizzichi, in uno stato di completa agitazione. Poi il ricovero per una settimana all’ospedale Morelli di Sondalo,sotto la costante supervisione di uno psichiatra. È in quei giorni che, in preda al panico, il ragazzo, minacciato non si sa da quali fantasmi, ha chiamato i Carabinieri per chiedere di essere protetto.

Paura e agitazione. Le stesse mostrate all’uomo che lo aveva incontrato poco dopo l’incidente in auto e che aveva cercato inutilmente di prestargli soccorso. «No no, non ho bisogno d niente» gli aveva risposto Emanuele andandosene di corsa, scappando verso il paese passando attraverso un sentiero nel bosco in piena notte. È in quegli stessi minuti che qualcuno colpiva con un cacciavite fino a ridurlo in fin di vita Gianmario Lucchini, l’uomo di 35 anni che abita nella frazione San Martino e che da allora non ha più ripreso conoscenza. Poche ore più tardi, all’alba di domenica, il corpo di Veronica, senza vita e con delle evidenti ferite alla testa, è stato trovato in una scarpata vicino alla chiesetta di Roncale. «Adagiato a terra, con il cappuccio della felpa sul capo e in una posizione tale da far pensare che non sia morta lì» sostiene uno dei testimoni del ritrovamento.

Una delle ipotesi alle quali lavorano gli inquirenti è che Emanuele possa aver visto qualcosa, rimanendone choccato al punto da perdere l’equilibrio psichico, complici magari anche le sostanze stupefacenti e i farmaci che il ragazzo assumeva.

«Sui fatti di quella sera non posso dare alcuna conferma, anche perché al momento non ne ho neanche parlato con il mio assistito - assicura l’avvocato Francesco Romualdi, legale di Emanuele -. E non so neanche di che cosa possa avere paura. Posso però smentire decisamente il sospetto che Emanuele stia fingendo. Di questo sono più che certo, non per niente ho chiesto aiuto allo psichiatra e psicoterapeuta Claudio Marcassoli. Sono certo comunque che la Procura avrà già effettuato approfonditi controlli sugli orari degli spostamenti dei ragazzi (ci sono le telecamere) e tutti gli accertamenti necessari sull’auto che hanno usato. Saranno fondamentali per fare piena luce sui responsabili di tutto quello che è successo».

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