Trovata morta la donna scomparsa

Livigno Ieri alle 12,40 le speranze di trovare Ekaterina Talik, 41 anni, ancora viva si sono spente al Piz Orsera

Sono andate avanti, ininterrottamente, per tutta la notte di ieri e la mattinata successiva, le ricerche di Ekaterina Talik, 41 anni, russa, con residenza nel Torinese, ma a Livigno per lavoro, che mancava all’appello da mercoledì mattina.

Era uscita in mountain bike per un’escursione nella zona dell’Alpe Vago, a 2100 metri di quota, e non aveva più fatto rientro, tant’è che, il giorno seguente, giovedì, erano scattate le ricerche. Durate tre giorni pieni, fino a quando, ieri, alle 12.40, è stata avvistata alla base di una roccia molto impervia in località Piz Orsera, a 2850 metri di quota e a circa due ore di cammino dalla zona in cui era stata trovata la bicicletta, legata a una staccionata con un lucchetto.

Luoghi impervi

I soccorritori si sono calati nel dirupo e hanno potuto constatare trattarsi proprio di Ekaterina che, con ogni probabilità, è rimasta vittima di uno scivolamento risultatole fatale per via della conformazione dei luoghi, molto impervi.

La zona, nonostante fosse piuttosto distante dal punto di ritrovamento della mountain bike, era stata perlustrata dall’alto, in elicottero, anche nei giorni precedenti, ma complice anche lo strato di neve depositatosi nel frattempo non era stato individuato.

Solo ieri mattina un ulteriore, capillare, sopralluogo ha permesso di ritrovare Ekaterina, morta purtroppo, ma quanto meno riconsegnata ai propri cari.

I familiari in Russia

I familiari, che si trovano in Russia, e con i quali si relazionano gli inquirenti, ovvero i militari del Soccorso alpino della guardia di finanza, titolari delle indagini, e i carabinieri di Livigno, anche grazie alla preziosa collaborazione dell’interprete, la moglie del titolare del negozio per cui lavorava, da febbraio scorso, Ekaterina, che pure è di origini russe.

La salma della sfortunata escursionista, grande sportiva, è stata ricomposta nell’obitorio della Casa della sanità di Livigno e sottoposta ieri alle 17 a ricognizione cadaverica, dopodiché si tratterà di capire se verrà subito reso il nulla osta alla sepoltura, con eventuale trasferimento in Russia, o se verrà disposta l’autopsia. Enorme, ricordiamolo, il dispiegamento di forze allestito per garantire il suo ritrovamento, perché dalle 13 di giovedì, quando è giunta la denuncia di scomparsa dal suo datore di lavoro, in avanti è stato un susseguirsi di turni di lavoro, sul campo, da parte dei tecnici della VII delegazione Valtellina e Valchiavenna del Soccorso alpino, stazione di Livigno, che hanno coordinato le ricerche, unitamente ai colleghi delle stazioni di Valfurva, Bormio, Morbegno e Sondrio e alla squadra forra regionale, affiancati dai militari del Soccorso alpino della guardia di finanza, attivatisi anche con l’elicottero decollato da Bolzano, dai vigili del fuoco di Livigno e Valdisotto, con il supporto dell’elicottero di stanza a Malpensa, lo stesso che ha recuperato la salma, dall’elisoccorso di Sondrio, dai carabinieri, con l’importante supporto delle unità cinofile molecolari dell’Associazione nazionale carabinieri. Proprio queste ultime si sono rivelate utilissime nel rintracciare la salma della sfortunata.

La cella telefonica

A fornire la certezza che la donna si trovasse in zona, il fatto che sabato mattina la Tim avesse ricondotto alla cella della medesima l’ultimo segnale di attività di uno dei due cellulari che aveva con sé.

© RIPRODUZIONE RISERVATA