Sociale gremito
per “Le Primavere”
Giacomo Poretti e Michele Brambilla

Al Sociale di Como la serata con il comico del trio “Aldo, Giovanni e Giacomo” che dialoga con il giornalista Michele Brambilla. «Il successo? Sul palco la passione e un grande sogno». Diretta su Twitter

C’è una visione del mondo somministrata ogni giorno attraverso tv, giornali, web. È una visione rassicurante: per essere contenti, basta stare bene, far carriera. Ma le domande che le persone si fanno sono altre, cercano molto di più e per trovarlo vanno altrove, il significato più autentico sta ai margini, nelle periferie. Il senso della vita va cercato un po’ più lontano e questa distanza è anche, paradossalmente, un entrare più profondamente dentro se stessi per comprendere cosa è essenziale. Per scoprire poi che la periferia è il centro più profondo e autentico.

Nel dialogo tra Giacomo Poretti e Michele Brambilla, primo appuntamento delle Primavere in un Teatro Sociale di Como gremito questa sera dalle 20.45, il tema del senso della vita emerge partendo da piccoli episodi quotidiani, dai giovani, dai ragazzi, dalla scuola, lavoro, sport, dal rapporto con la famiglia, per poi ampliare e approfondire il significato delle sconfitte e scoprire come imparare ad accettarle e superarle.

La serata è tra l’altro un’occasione preziosa per scoprire uno degli attori comici italiani più brillanti e ritrovare un giornalista, già direttore de La Provincia, che ama Como e i comaschi e ne è ricambiato.

«Aldo Giovanni e Giacomo - racconta Brambilla - sono tre amici che non si rassegnano all’idea di cercare il posto fisso e vogliono inseguire il sogno del teatro, senza sapere se poi un giorno sarebbero diventati famosi oppure no. Cominciano quindi a recitare un po’ nei villaggi vacanza e un po’ nelle periferie della Lombardia, nel varesotto, ma anche nel comasco e nel milanese, in quei locali dove si faceva il cabaret, dove andavano ad incassare quattro soldi e faticavano ad arrivare alla fine del mese. Lo facevano per passione e perché hanno inseguito un sogno. Loro sono l’incarnazione vivente di una periferia umana e geografica, sono tre che vanno in giro per locali marginali, considerati di serie b, a portare sul palcoscenico le cose che nella vita quotidiana li divertivano».

«Tre uomini e una vita. La nostra (vera) storia, raccontata per la prima volta» è il titolo del libro curato da Brambilla sulla storia di Aldo, Giovanni e Giacomo. Tra le pagine del libro emergono le loro origini, gli aneddoti, gli anni difficili e i momenti che li hanno resi celebri. C’è stato un tempo in cui Aldo faceva l’operaio alla Stipel, Giovanni l’acrobata e Giacomo l’infermiere all’ospedale di Legnano. Tutti e tre, però, avevano un sogno: recitare. Così, nei ritagli di tempo facevano i mimi acrobati alla Scala, gli animatori nei villaggi turistici o i doppiatori nei cartoni animati. Poi, i primi spettacoli di cabaret in piccoli locali. Una storia di periferia che vale la pena ascoltare.

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