Testa di lupo sul cartello
Clima teso a Samolaco

Brutto episodio Vicino all’ingresso di Era anche un lenzuolo con una scritta “I professori parlano, gli ignoranti sparano”. «Fatto orribile, da chiarire»

“I professori parlano, gli ignoranti sparano”. È la firma, macchiata di sangue, posta sotto la testa di lupo posizionata, ieri mattina, a penzoloni, sul cartello stradale che indica l’ingresso a Era di Samolaco, sulla Trivulzia, per chi proviene da Casenda.

Il sindaco avvisato subito

È lì che è stato rinvenuto il “trofeo” piazzato, c’è da credere, nottetempo. «Dei rumori di auto che si fermano, qui davanti a casa, si sentono tutte le notti - dice chi risiede nel caseggiato posto proprio di fronte al cartello rivelatore -, e anche questa notte le ho sentite. Ma non ho dato peso perché, ripeto, sono rumori usuali, penso dovuti al fatto che le auto si fermano per far passare gli ungulati che, regolarmente, entrano anche nel mio giardino».

Sicuramente lo striscione era già presente alle 7.30 del mattino, perché chi è transitato in zona a quell’ora, per andare al lavoro, pur viaggiando in senso opposto al cartello, ha notato la scritta, ma di fatto l’attenzione pubblica è stata attratta dalla cosa intorno alle 9.

«Sono sceso al bar qui sotto il municipio per bere un caffè ed è in quel momento che i presenti mi hanno avvisato - ci ha detto Michele Rossi, sindaco di Samolaco -, per cui sono andato subito sul posto ed ho avvisato la Polizia provinciale e i carabinieri».

In un attimo, l’agente di turno della Polizia provinciale di Sondrio era sul posto, poi, sono giunti anche i Carabinieri forestali della stazione dell’Alto Lario e di Chiavenna.

La testa del lupo, pare un esemplare piuttosto giovane, era ancora lì, penzolante e sanguinante, come da animale finito da poco. Completamente mozzata. È stata rimossa dagli agenti, raccolta e, subito, consegnata all’Istituto zooprofilattico di Sondrio per tutte le analisi del caso. Rimosso anche il lenzuolo imbrattato di sangue e con riportata l’eloquente scritta, indirizzata, con ogni probabilità, agli esperti nel campo, quali i curatori del progetto Wolfsalp Eu.

«É presto per trarre conclusioni - anticipa il colonnello Andrea Turco, comandante provinciale dei carabinieri forestali, che indaga insieme agli agenti della Polizia provinciale -. Sicuramente, quella rinvenuta è la testa di un canide, però per essere sicuri al 100% che si tratti di un lupo occorre aspettare il responso delle analisi genetiche effettuate dall’istituto zooprofilattico di Sondrio». «La testa dell’animale è stata consegnata loro subito - aggiunge Turco -, però occorrerà attendere almeno una o due settimana per avere il referto delle analisi. In ogni caso, di abbattimento illecito si tratta, sia si parli di lupo sia di cane, dopodiché, dovesse trattarsi di lupo, saremmo nel campo dell’abbattimento di specie particolarmente protetta. Oltretutto, dell’animale è stata rescissa nettamente la testa e non sono stati rinvenuti, al momento, altri resti. Si tratterà di risalire anche al punto in cui il canide è stato abbattuto, per capire se il fatto sia avvenuto in zona o in aree limitrofe, come la provincia di Como o la vicina Svizzera».

Certo di una scena orribile si è trattato, che rimanda ai tempi andati, quando anche solo per vendette personali a mutilazioni di animali di questo tipo capitava di assistere. «L’ultima volta è accaduto con un cane - ricorda il comandante Turco -, ma si trattava di una ripicca, di una forma intimidatoria. Mentre, in questo caso, l’esecuzione sembra avere i connotati della protesta contro coloro che difendono il ritorno del lupo in natura, sui nostri territori. È un gesto inqualificabile, agevolato dall’ignoranza che esiste sul tema, e, certamente, non lusinghiero per un territorio come la Valchiavenna, che vive anche di turismo. Dell’arrivo di persone che scelgono le nostre valli per quello che offrono, per la loro flora e fauna».

I vigili: «Specie protetta»

Grande la riprovazione, ieri mattina, anche nelle fila della Polizia provinciale di Sondrio.

«Quella perseguita non è la soluzione - dice Gianluca Cristini, comandante della Polizia provinciale -. Abbiamo un lupo in meno. Solo questo. Le energie dobbiamo utilizzarle in altro modo. Per cercare di capire come far convivere l’uomo, gli animali domestici e d’allevamento, con la fauna selvatica. Il nostro impegno è massimo nel convincere gli allevatori della necessità di dotarsi di protezioni. C’è chi si attiva e chi sceglie altre strade, ma il lupo, ricordo, è una specie particolarmente protetta dalla normativa internazionale».

Ucciderlo è un reato penalmente perseguito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA