Svizzera, test di massa gratuiti
E ci sono anche quelli “fai da te”

Anche i lavoratori frontalieri saranno coinvolti nella distribuzione dei tamponi da fare a casa

La Svizzera, stretta nella morsa delle chiusure prolungate di bar e ristoranti (con annesse polemiche) e con una parte della politica sulle barricate per le vaccinazioni a rilento, cerca di svoltare e, per affrontare di petto la pandemia, punta decisa sui test di massa gratuiti.

In che modo? Dal 15 marzo - come annunciato ieri dal ministro Alain Berset - la Confederazione si assumerà i costi di tutti i test svolti nelle farmacie o nei centri distribuiti sul territorio, con la novità che tali test saranno gratuiti anche per chi non presenta sintomi.

Ma non solo, perché appena saranno disponibili, il governo di Berna (annuncio questo senza eguali) intende consegnate test “fai da te” a tutta la popolazione, nell’ordine di cinque al mese. «Una misura questa che varrà anche per i lavoratori frontalieri», ha precisato ieri il governo federale, considerato che nel solo Canton Ticino al 31 dicembre i nostri lavoratori erano 70115.

Dunque, la strada imboccata è quella dei test a tappeto, che alle casse federali costeranno la cifra record di 1 miliardo di franchi e che coinvolgeranno anche scuole e aziende, su base facoltativa, anche se le aziende che eseguiranno questi test con cadenza regolare potranno derogare dalle leggi in vigore per la quarantena. Nella nota diffusa ieri pomeriggio dal governo di Berna viene precisato che «l’esito negativo di uno di questi test non deve però indurre a comportamenti superficiali. Sarà comunque necessario indossare la mascherina protettiva e rispettare le regole del distanziamento».

La curiosità è inevitabilmente legata ai test “fai da te” e, in tal senso, il ministro Alain Berset ha precisato che «le farmacie resteranno il principale riferimento, controllando che ogni cittadino ne acquisti massimo cinque al mese», tenendo conto che poi - come detto - il conto sarà in capo a Berna. Venerdì prossimo il Consiglio federale invierà ai Cantoni una bozza contenente il cronoprogramma per le riaperture delle attività oggi chiuse, con bar e ristoranti in cima alla lista.

L’obiettivo è rialzare le serrande dal 22 marzo e salvare così la Pasqua. «Quello deciso dal governo è un passo importante per tornare ad una vita normale», ha aggiunto Berset. Ieri tutta la Svizzera si è fermata per un minuto a mezzogiorno per commemorare le oltre 9300 vittime da inizio pandemia.

A livello federale nelle ultime 24 ore si sono registrate 1222 nuovi contagi e altri 12 decessi, contro i 9 di giovedì. In Canton Ticino i nuovi casi annunciati ieri sono stati 57 con un nuovo decesso.

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