Svizzera, scandalo bus postali
“Spariti” 78 milioni di franchi

La società di gestione avrebbe incamerato finanziamenti pubblici ai quali non aveva diritto. Le Poste svizzere: restituiremo tutto subito. Silurati i vertici di AutoPostale

Crolla un altro mito svizzero. Uno scandalo oltreconfine sta infatti travolgendo Auto Postale, la società (una divisione delle Poste svizzere) che gestisce gli autobus gialli, uno dei simboli elvetici.

L’Ufficio Federale dei trasporti ha infatti scoperto che la società si sarebbe indebitamente intascata qualcosa come 78,3 milioni di franchi (circa 75 milioni di euro). In che modo? La società Auto Postale riceve dallo Stato (sia dalla Confederazione che dai singoli Cantoni) dei sussidi per mantenere quei collegamenti via bus che sono fondamentali per le aree isolate ma poco redditizi. I sussidi possono arrivare fino al 50% delle spese sostenute, ma devono essere restituiti allo Stato svizzero nel momento in cui le linee finanziate producono utili. Secondo le contestazioni, per il periodo che va dal 2007 al 2015 AutoPostale avrebbe incamerato lo stesso sussidi ai quali non aveva diritto (quindi per linee redditizie), mettendoli a bilancio fra gli altri ricavi. La Confederazione e i Cantoni ora hanno chiesto la restituzione integrale dei fondi. La Posta, che ha ammesso le colpe, ha annunciato che restituirà il tutto.

Due alti dirigenti di Auto Postale si sono dimessi mentre un terzo è stato tolto da responsabilità operative.

Lo scandalo si è poi allargato perché l’agenzia di stampa Ats ha rivelato che i vertici della Posta erano a conoscenza da anni delle operazioni contabili illecite.

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