Suor Laura Mainetti in tv
Un ricordo prezioso ( video )

Il racconto di Marco Sartori, che intervistò la religiosa nel ’93 entrando per la prima volta nel convento a Chiavenna

Chiavenna

Era il 1993 ed era la prima volta che una tv varcava le soglie del convento. Quello di via Lena Perpenti, a Chiavenna, sede storica dell’Istituto Immacolata, gestito dalle suore Figlie della Croce. Guidate da suor Maria Laura Mainetti. Con la quale, Marco Sartori, giornalista pubblicista, in servizio, all’epoca, per Tv Mera, voleva entrare in contatto diretto per portare all’evidenza le difficoltà di gestione che, già allora, l’istituto stava attraversando.

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Un’impresa tutt’altro che facile, come ricorda Sartori stesso. «Avevo chiesto a suor Maria Laura se fosse possibile realizzare un servizio sulle scuole elementari che gestivano le suore Figlie della Croce perché sapevo che avevano dei problemi e chiedevano il supporto di istituzioni e cittadinanza - racconta -, ma, sulle prime, mi ha detto che doveva pensarci. Poi, dopo poco, mi ha chiamato per dirmi che se ne poteva parlare. Sono andato in convitto e, ricordo, me ne sono uscito con due sporte piene di libri e opuscoli, alcuni anche a fumetti, sulla Congregazione. Suor Maria Laura, prima di farsi intervistare, mi aveva assegnato il compito di leggere e imparare la storia delle Figlie della Croce. E ho dovuto farlo!».
Sì perché la suora, che era tutta d’un pezzo, ancorché d’animo puro e dolcissimo, l’attendeva al varco.

L’ ”INTERROGAZIONE”

«Sono stato interrogato - assicura Sartori - prima di avere il via libera all’intervista. Pur simpaticamente, se così vogliamo dire, ma ho dovuto dimostrare di aver letto i libri, alcuni anche in francese, perché la Congregazione nasce in Francia e quella è la loro lingua madre. Tant’è che le suore, fra di loro, compresa suor Maria Laura, parlavano sempre in francese». Solo dopo Marco Sartori, ha potuto fare ingresso in convento con le telecamere, ed era la prima volta in assoluto che accadeva, per raccogliere un documento prezioso, di cui ha pubblicato un estratto di 6 minuti, sul suo profilo Facebook e ripreso sul canale Youtube del Settimanale della Diocesi. «Il registrato dura circa mezz’ora, perché oltre a suor Maria Laura avevo parlato anche con le consorelle, che si erano raccontate volentieri - dice Sartori -. Ho tutto nel mio archivio personale. Ricordo che suor Maria Laura non si era attardata al microfono, l’aveva presto ceduto alle consorelle, perché intervistassi anche loro. Era un poco amareggiata, perché l’ombra della chiusura aleggiava sulla scuola elementare di Chiavenna. Troppi problemi gestionali, il calo della natalità, lo stesso venir meno delle vocazioni e dei supporti necessari, ne minavano le fondamenta. Tant’è che, nel 1997, le elementari sono venute meno ed è rimasto solo l’asilo».

UNA DONNA STRAORDINARIA

A Marco Sartori, che all’epoca aveva 50 anni, e suor Maria Laura 54, di quell’intervista, e dei successivi incontri avuti in convento, con la religiosa, all’epoca dell’acquisizione dello stabile da parte della Comunità montana Valchiavenna con l’intento di realizzarne l’attuale sede, è rimasto un ricordo indelebile.«Quello di una donna piccolina, di statura, ma con una forza interiore enorme - dice Sartori -. Dico donna, perché è persino riduttivo definirla suora. Lei era una donna tutta d’un pezzo, ma dolcissima. Sapeva accompagnare le giovani che frequentavano il convitto e le stesse novizie. Non le lasciava mai sole, nel cammino. Emblematico un messaggio postato sul mio profilo dopo la pubblicazione dell’estratto del video. Dice: “Sarai sempre nel mio cuore. Quanti ricordi, con te, in collegio, orfana di madre. Mi hai cresciuta, riposa in pace”. Mi ha commosso. Perché suor Maria Laura era questo, un’educatrice in tutto e per tutto. Che non abbandona mai nessuno, come una mamma».

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