Strage di Erba, stop ai periti
«Prima si stabilisca chi paga»

La Corte d’Appello di Brescia non ha nominato gli esperti che dovranno esaminare i reperti come da richiesta dei difensori di Rosa Bazzi e Olindo Romano

La Corte d’Appello di Brescia non ha nominato i periti per analizzare elementi mai analizzati nel corso dell’indagine sulla strage di Erba del 2006, ma nel l’udienza di martedì il presidente Enrico Fischetti ha sollevato un problema di natura economica. Posta infatti all’attenzione dell’aula la questione relativa a chi deve sobbarcarsi le spese dei periti, se i due condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi, che puntano ad ottenere la revisione del processo, o se invece lo Stato. La Corte d’Appello renderà nota la decisione alle parti tra 15 giorni. «Al di là di chi paga questo tema non può condizionare un’eventuale perizia» ha commentato l’avvocato Fabio Schembri, legale dei coniugi Romano che ha chiesto di analizzare un accendino, una tenda, un mazzo di chiavi e alcune formazioni pilifere su indumenti. «La Cassazione che ha deciso per una nuova perizia non ha subordinato l’esame alle spese e poi - aggiunge il legale - non può passare il principio che su uno ha i soldi può fare la revisione e chi non li ha invece non può». Per l’avvocato Schembri, «la questione va risolta e aspettiamo 15 giorni per vedere cosa decide la Corte».

Nonostante si trattasse di un’ udienza tecnica e che non entra nel merito, Olindo Romano e Rosa Bazzi sono tornati ieri in aula a Brescia. I due condannati per la strage di Erba del 2006 si sono presentati davanti alla Corte d’Appello presieduta da Enrico Fischetti. La Corte si è riservata di nominare i periti che analizzeranno i reperti che secondo la difesa non sono mai stati presi in considerazione nell’ambito delle indagini sulla strage.

A Erba l’11 dicembre 2006 vennero uccisi Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. I coniugi Romano sono stati condannati definitivamente all’ergastolo per pluriomicidio. L’analisi dei reperti - un accendino, una tenda, un mazzo di chiavi e alcune formazioni pilifere su indumenti - potrebbe portare la difesa a presentare istanza di revisione del processo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA