Sorrentino e Castagna

Ricorso del pm contro i domiciliari

Il magistrato avrebbe presentato istanza al Tribunale del Riesame

Martedì i finanzieri di nuovo nel laboratorio di Sorrentino

La Procura non si arrende. Per il pubblico ministero Silvia Zannini Francesco Sorrentino e maurizio Castagna devono stare in carcere.

Non ci sono conferme ufficiali, da Palazzo di giustizia come al solito bocche cucite, ma secondo i soliti beninformati il magistrato inquirente avrebbe presentato istanza al Tribunale del Riesame contro la decisione del giudice Mirco Lombardi di concedere gli arresti domiciliari ai due indagati per la vicenda delle tangenti in cambio di un “aiutino” per sbloccare pratiche edilizie in Comune a Lecco.

Il che lascerebbe intendere che, contrariamente a quanto motivato da Lombardi in una sentenza di 14 pagine, per Zannini, giovane sostituto procuratore in forza a Lecco da febbraio, esisterebbe almeno uno dei due ordini di requisiti per l’applicazione della misura restrittiva della libertà personale, ossia la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza oppure di esigenze cautelari. Dove per esigenze cautelari si intendono il rischio di inquinamento delle prove, il rischio di fuga e/o il pericolo di reiterazione del reato.

Del ricorso del pm nulla sanno, al momento, gli avvocati difensori dei due indagati, Stefano Pelizzari per Sorrentino e Patrizia Guglielmana per Castagna, anche perchè eventuali notizie in merito, a questo punto, dovranno provenire direttamente da Milano: il Tribunale del Riesame, competente a decidere in forma collegiale sulle ordinanze che dispongono una misura coercitiva, ha infatti sede nel capoluogo del distretto di Corte d’Appello, nel nostro caso Milano appunto.

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