Smartphone: addio sim
Arriva quella virtuale

Non si inserisce fisicamente nello smartphone ma si carica in memoria come un codice

I tempi cambiano, le Sim pure. Anche in Italia è sbarcata l’eSim - già ampiamente utilizzato negli Stati Uniti - la sim virtuale che non si inserisce fisicamente nello smartphone ma si carica in memoria come un codice. Un cambiamento che, a dire il vero, bussa alle porte ormai da tempo la cui diffusione è stata frenata dalla resistenza degli operatori che non hanno accolto di buon occhio la novità cavalcando l’onda della tendenza protezionistica e rallentando di fatto l’arrivo di innovazioni come l’eSim o il Wi-Fi Calling.

Wind Tre e Tim hanno aperto le danze, Vodafone ha deciso di rimandare al 2020, ma ormai alea iacta est, il dado è tratto. La nuova scheda virtuale che prenderà gradualmente il posto dei piccoli chip in silicio si avvia a diventare la protagonista assoluta del futuro, complice anche l’arrivo del Motorola Razr, il primo smartphone che non dispone di uno slot per le classiche SIM. Funzionerà, appunto, solo con una eSim.

Operatori tra opportunità e dubbi - Come sempre, cambiamento fa rima con incognita. Se, infatti, gli operatori potrebbero, nel “lungo termine”, avere meno costi logistici legati alle Sim fisiche, dall’altro “In linea teorica la gestione da remoto di una eSim potrebbe agevolare la portabilità, venendo meno la necessità di sostituire fisicamente la Sim qualora si optasse per un cambio di operatore”.

In pratica, preoccupa la maggior autonomia del consumatore che potrebbe cambiare “casacca” e passare da una compagnia all’altra con più facilità, con conseguenti ripercussioni su prezzi e concorrenza.

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