Smaltimento illecito di rifiuti pericolosi
Cinque condanne

Concluso a Lecco il processo contro l’imprenditore Ivano Perego, già condannato per concorso esterno con la ’ndrangheta

Cinque condanne e sedici assoluzioni. Ha sostanzialmente tenuto conto delle richieste della pubblica accusa, il presidente della sezione penale del tribunale di Lecco Enrico Manzi che ieri mattina ha dato lettura del dispositivo della sentenza con cui si è chiuso il lungo processo per l’ipotesi di reato di concorso aggravato in attività organizzate al traffico illecito di rifiuti speciali.

In ruolo monocratico, Manzi ha irrogato una pena di due anni a Ivano Perego, l’imprenditore edile canturino - già titolare dell’omonima impresa di movimento terra con sede a Cassago Brianza - già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa a dieci anni e 11 mesi nell’inchiesta Infinito-Tenacia, la cui società aveva partecipato anche ai lavori per il nuovo Sant’Anna, con il sospetto che residui di amianto fossero finiti nelle fondamente dell’ospedale.

Un anno per due suoi fratelli, Claudio ed Elena Perego, mentre i dipendenti Paolo Sala e Tommaso Ghezzi sono stati condannati a un anno e quattro mesi, riconosciute - come ai fratelli Perego - le attenuanti generiche. Sala era l’ingegnere incaricato di predisporre i formulari e tenere il registro dei movimenti dei camion della Perego, Ghezzi il “capo’’ degli autisti. Assolti invece - per non aver commesso il fatto - tutti gli altri 16 imputati.

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