Scarpatetti, finiti i restauri
voluti dalla gente

Conclusi i lavori sulle due cappelline. La restauratrice: «C’è un micromondo qui». Intervento finanziato anche dai residenti

Si sono conclusi gli interventi di restauro e manutenzione delle cappelle della Madonna dell’uva e della Nostra Signora del Sacro Cuore. Il «micromondo di Scarpatetti», come lo definisce Letizia Greppi, la restauratrice che si è occupata dei lavori, si è visto restituire i due gioiellini di arte e di fede ed è pronto a due domeniche di festa. Questa sera, con la preghiera del rosario alle 21, l’arciprete, don Christian Bricola, benedirà la cappella della Madonna dell’uva, all’intersezione di via Scarpatetti con salita Schenardi, mentre la prossima domenica 27 settembre sarà la cappella del Piazzo ad essere benedetta.

«La parte più significativa dell’intervento - spiega Letizia Greppi - ha riguardato la cappella della Madonna del Sacro Cuore, che necessitava di un restauro vero e proprio. Nei decenni passati, dei privati si erano sempre interessati alle manutenzioni, ma con dei rappezzi che sono durati poco. L’uso del cemento su mura antiche, infatti, aumenta l’apporto di umidità».

Nella cappella al Piazzo, la restauratrice ha dovuto togliere tutte le coloriture dei decenni scorsi e risanare le malte fino al vivo della muratura, creando poi, con l’intervento dell’impresa Stazzonelli, un’intercapedine per impedire in futuro la risalita di umidità. «Le nuove malte - spiega Greppi - sono a base di calce, per migliorare la traspirabilità, mentre le cromie, dopo un grande lavoro di discialbo a secco di tutte le tinteggiature dei decenni scorsi, sono quelle originali: giallo per l’interno e arancio e vinaccia per le paraste».

Già ridipinta completamente negli anni Ottanta, la cappella della Madonna dell’uva ha richiesto meno interventi. «Si trovava in buone condizioni - riferisce Greppi -, ma ho sistemato quelle zone degradate dal tempo a causa dell’umidità di risalita. Necessiterebbe, invece, di un restauro la statua lignea della Madonna, che nel 1921 fu ridipinta dal pittore Giovanni Vanini, che aveva un atelier nei pressi dell’Angelo Custode e che realizzò anche i due dipinti che si trovano sulle pareti laterali della cappella».

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