Rubata la preziosa lapide
del figlio morto 11 anni fa
«Me ne vado da Caglio»

Papà Roberto non si dà pace: «Vergogna, era il basamento del tavolino nel suo salotto»

Hanno rubato una lapide in legno fossile di circa settanta chili dal cimitero comunale. Era il monumento funebre di Richard Zerboni, un uomo di 39 anni morto in un incidente in moto nel 2009 durante il rientro a casa sulla Novedratese. «Un gesto assurdo e vergognoso», lo definisce il padre Roberto Zerboni. «Sto pensando di andare via da Caglio, ci avevo già ragionato di andare a vivere nel paese di mia figlia Chantale onestamente questo gesto mi ha davvero lasciato senza parole – spiega l’uomo di 72 anni - Non abbiamo mai fatto nulla di male, a Caglio abbiamo più dato che avuto, da 25 anni viviamo in paese. Ci sono stati degli anni belli, ma ormai...».

Colpisce la premeditazioni di rubare proprio quella lapide che ha un certo valore economico oltre che affettivo. «Il legno fossile ha un alto valore, arrivava dal Brasile, oggi l’importazione è difficile e costosa. Per noi quella lapide era importante perché era il tavolino del salotto di mio figlio e della sua fidanzata. Per questo l’abbiamo utilizzato come lapide. Si parla di un peso di circa 70 chili, ci vogliono due persone per trasportarla. Mai ci saremmo aspettati che qualcuno la rubasse». Roberto Zerboni ha presentato denuncia ai carabinieri di Asso. Difficile dare un valore economico alla lapide, si può pensare attorno ai 5mila euro. Forse è stata rubata proprio per il suo valore, ma è l’aspetto affettivo che è incalcolabile per un padre che ha perso il figlio in un incidente stradale. Richard era cameriere a Novedrate, aveva iniziato a Caglio nel ristorante gestito dalla famiglia. «Mi sono accorto del furto il 27 gennaio, ma è sicuramente precedente, deve essere successo tra le due nevicate. Il 27 mi sono recato al cimitero con mia moglie Rosa a trovare mio figlio – racconta papà Roberto - Il monumento era completamente ricoperto di neve, come tutti gli altri. Mia moglie si è raccomandata di non togliere la neve considerando l’età e qualche acciacco. Però non ci sono riuscito a lasciarlo nascosto. Nel pomeriggio sono passato a ripulire e togliendo la neve ho notato che non c’era più la lapide. Una ferita. Ero incredulo. Non mi aspettavo che si arrivasse a tanto».

(Giovanni Cristiani)

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