Rapina e botte in villa a Fenegrò
I carabinieri fermano due italiani

Sarebbero coinvolti nella violenta rapina commessa alla fine dello scorso mese di gennaio nell’abitazione di un pensionato di Fenegrò. Simularono l’accento albanese e sostennero di essere costretti a rubare per fame

Facevano l’accento albanese ma erano italiani. Secondo i carabinieri della compagnia di Cantù, sarebbero due uomini di 46 e 28 anni i responsabili della rapina con sequestro di persona messa a segno lo scorso 19 gennaio a casa di Adriano Uboldi, legato, imbavagliato, malmenato e infine derubato. I militari della compagnia di Cantù, coordinati dalla Procura della Repubblica, sono risaliti fino ai due principali indiziati a partire dal controllo del sistema Gps installato sulla Bmw di proprietà della vittima, sparita assieme a circa 400 euro in contanti e a un servizio di posate d’argento. Dopo avere identificato il primo dei due sospettati, i carabinieri sono riusciti anche a chiudere il cerchio sul secondo, un pregiudicato da poco uscito dal carcere, nato a Fino ma residente a Cadorago. Il suo complice risulta essere invece il titolare di una piccola impresa edile: non ha precedenti e abita a Fenegrò. È emerso che quest’ultimo conosceva bene la vittima: aveva lavorato a una serie di interventi di ristrutturazione all’interno della sua villa. Nel corso delle perquisizioni successive agli arresti, i carabinieri hanno anche rinvenuto una pistola scacciacani rubata nella villa di Uboldo, assieme a una lunga serie di mazzi di chiavi alterate, in grado di avere ragione della resistenza di diversi tipi di serratura.

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