Rapina ai portavalori in autostrada
Prima condanna: 20 anni di carcere

Il tribunale di Como ha condannato l’uomo che gli inquirenti ritengono il “braccio operativo” della banda. Rinviato a giudizio il suo presunto complice, la “mente” dell’operazione. Sarà processato il prossimo 26 marzo

Prima condanna oggi (martedì 23 dicembre) per la rapina che l’8 aprile del 2013 consentì a una commando di una quindicina di persone d i mettere a ferro e fuoco l’autostrada A9 all’altezza di Lomazzo, racimolando un bottino di circa dieci milioni di euro in lingotti d’oro. Il giudice delle udienze preliminari del tribunale di Como Ferdinando Buatier de Mongeot ha inflitto vent’anni di carcere, con rito abbreviato (quindi con uno sconto di un terzo sulla pena “edittale”), Antonio Agresti, 44 anni, pugliese di Andria, ritenuto - benché si dichiari da sempre innocente - il capo operativo della banda, colui che organizzò l’azione assieme a sedici altri presunti “manovali”, tuttora indagati. Agresti è stato riconosciuto colpevole di una sfilza di reati che variano dalla rapina aggravata al danneggiamento fino al furto dei mezzi utilizzati per condurre in porto l’operazione, ma è stato assolto da sei accuse di tentato omicidio, una per ciascuna delle guardie armate contro cui il commando indirizzò i colpi delle sue armi da fuoco, per costringerle a rimanere barricate negli abitacoli dei furgoni. Destino differente per Giuseppe Dinardi, 51 anni, di Pioltello, nel quale la Procura individua il”cervello” dell’operazione. Si protesta innocente, e ha scelto la strada del processo ordinario. Rinviato a giudizio, sarà giudicato a Como il prossimo 26 marzo. Dei lingotti, manco a dirlo, non fu mai più rinvenuta alcuna traccia.

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