Raduno di destra a Cantù
Appello di un figlio dei fratelli Cervi

Adelmo, erede di uno dei martiri trucidati dai nazisti nel 1943, si unisce al coro di “no” in arrivo da tutta Italia al permesso dato dal Comune all’evento di Forza Nuova dall’11 al 13 settembre

Associazioni culturali e politiche nazionali e locali, sindacati, studenti, persino adesioni personali di singoli cittadini, compresa quella di Adelmo Cervi, figlio di uno dei sette fratelli emiliani torturati e uccisi dai fascisti nel 1943, uno dei simboli più forti della Resistenza.

Si arricchisce di ora in ora di nuove adesioni il comitato che chiede di bloccare il raduno di Forza Nuova, che andrà in scena dall’11 al 13 settembre in città. E per il terzo anno consecutivo l’amministrazione ha concesso l’utilizzo di una struttura pubblica, il Campo Solare di via Giovanni da Cermenate.

Per questo il gruppo, che è arrivato quasi a quota ottanta adesioni di sigle da tutta Italia, ha in programma una manifestazione pubblica per il 12 settembre.

Tra le ultime ricevute, particolarmente significativa quella di Adelmo Cervi, figlio di Verina e Aldo Cervi, il terzo dei fratelli partigiani fatti prigionieri e fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943: «Mi rivolgo in modo particolare a chi autorizza lo svolgimento di tale raduno e all’amministrazione comunale di Cantù – scrive - che concede la propria struttura pubblica. Forza Nuova è un’organizzazione di estrema destra, i cui militanti si sono sempre definiti “fascisti del terzo millennio”; mio padre, Aldo Cervi, e i suoi sei fratelli sono stati assassinati dai fascisti e per questo, oltre che per il fatto di essere profondamente antifascista, di fronte allo svolgimento di questo evento, non posso esimermi dall’esprimere il mio dissenso e la mia indignazione».

Adelmo Cervi porta avanti attivamente la memoria della propria famiglia e di quella pagina di storia nazionale attraverso l’impegno politico e culturale e la difesa dei valori della Costituzione, e si rivolge a tutti i canturini: «Faccio appello perché il sacrificio di mio padre e dei suoi fratelli e di tutti quelli come loro che hanno creduto che un altro mondo era necessario oltre che possibile, non sia vanificato, sia da neo-fascisti che sono in netta antitesi con la nostra Costituzione, che dal silenzio-assenso di autorità, amministratori e cittadini».

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