Polstrada, altre perquisizioni
Caccia alle multe tolte agli agenti

Incidente taroccato, parla l’automobilista che si è ritrovato responsabile di un sinistro in cui non aveva alcuna colpa

Possibili nuove svolte nella clamorosa inchiesta che ha decapitato i vertici comaschi della Polstrada. La Guardia di finanza ha perquisito di nuovo uffici dei vigili urbani e della Questura alla ricerca delle multe cancellate ai poliziotti e di una fantomatica convenzione con il Comune che, secondo gli indagati, proverebbe che l’annullamento delle contravvenzioni ai poliziotti della Stradale era legittimo. «La convenzione non esiste» ha detto il sindaco Lucini.

L’incidente e la funzionaria

Mentre il comandante Patrizio Compostella, agli arresti domiciliari, si dice innocente e pronto a provarlo, nell’inquietante inchiesta un posto di rilievo lo occupa la vicenda dell’incidente stradale che, secondo le accuse, sarebbe stato ritoccato per non coinvolgere il figlio di una dirigente della Questura.

Parla infatti lo sfortunato automobilista coinvolto nell’incidente con il figlio della dottoressa Napolitano, incidente che, per l’accusa, sarebbe stato “ritoccato” dai vertici della Stradale nella sua dinamica in modo da far ricadere sul povero e ignaro automobilista la responsabilità.

«È una brutta storia di cui non ho voglia di parlare. Posso dire che è stata dura, soprattutto emotivamente. Ricordo che avevo fermato l’auto, ero immobile. Ed è stato l’inizio di un incubo» ha raccontato a La Provincia.

Da vittima a “colpevole”

«Ho messo tutto in mano a un avvocato e francamente non voglio più parlarne - dice Francesco - anche se ringrazio la Procura e chi mi ha aiutato in questi mesi». La storia è quella di uno “stupido” incidente in cui, lo scorso ottobre, a Brunate, rimase coinvolto il figlio minorenne del dirigente medico della questura, la dottoressa Angela Napolitano, indagata per falso. Il ragazzo, che scendeva contromano, si schiantò in bicicletta contro l’auto del signor Francesco, rimediando lesioni giudicate guaribili in quattro giorni. Per l’accusa il vicecomandante Gian Piero Pisani contattò gli agenti che stavano eseguendo i rilievi, fece in modo che la relazione di servizio non facesse riferimento a responsabilità di alcuno, salvo poi intervenire sullo stesso rapporto (con l’avallo del comandante Patrizio Compostella) affinché la dinamica dell’incidente ne riuscisse stravolta «a tutto detrimento» dell’automobilista.

Dopo essersi messo d’accordo con la dottoressa Napolitano - a Como dal 2007, una che all’attività in questura coniuga quella di chirurgo estetico in un ambulatorio privato comasco - Pisani fece partire una segnalazione presso la Motorizzazione civile per mettere in discussione l’idoneità alla guida del malcapitato brunatese,affetto sì da una disabilità fisica che lo obbliga tuttora a usare un’auto con cambio automatico, ma assolutamente idoneo al volante. È quello che il gip definisce «un vero e proprio atto di sopraffazione che costrinse il signor (Francesco) a innumerevoli ed ingiuste traversie prima di vedersi restituire il suo pieno diritto alla guida». E infine la dottoressa e il marito lo denunciarono per lesioni personali colpose, “regalandogli” una querela del tutto gratuita che, per fortuna, la Procura archiviò

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