Piccoli viticoltori crescono
In 26 al lavoro per l’Eco-School

Triangia “Vendemmia didattica” per gli alunni di IV e V con le maestre A lezione di tradizione nell’azienda agricola di Bussi della cantina Retica Vini

Piccoli viticoltori crescono all’Eco-School di Triangia, plesso fa parte dell’istituto comprensivo Paesi Retici di Sondrio.

Armati degli attrezzi del mestiere, 26 alunni delle classi quarta e quinta della primaria, che giovedì pomeriggio hanno vissuto un’esperienza nuova.

Un’attività denominata “Vendemmia didattica”, come hanno detto le maestre, che li hanno accompagnati - Alessia Schiappadini, coordinatrice di plesso, ed Elisabetta Gianesini - nei vigneti dell’azienda agricola di Matteo Bussi della cantina Retica Vini in località Masegra.

Entusiasmo alle stelle, gli alunni, con forbici in mano, si sono dedicati alla raccolta dell’uva, riempendo delle grandi ceste di colore rosso, orgogliosi del risultato raggiunto.

Preziosi insegnamenti sono inoltre arrivati da quello che amorevolmente i bambini hanno chiamato nonno Giovanni Boscacci. Una similitudine, in particolare rivolta alla potatura, ha più volte utilizzato rivolgendosi alle due classi, spiegando come si arriva alla produzione dell’uva: «Per ottenere buoni frutti bisogna sapere coltivare bene le viti. Fondamentale, oltre a luce ed acqua, la potatura, cara ragazzi – ha detto Boscacci -, tagliando i rami giusti: né troppo, né poco, così la pianta cresce bene e forte. Proprio come i vostri genitori che si prendono cura di voi: né troppo buoni, né troppo cattivi, cercando di trovare la giusta via di mezzo».

La “Vendemmia didattica” in realtà è solo un tassello di un progetto più ampio, hanno spiegato le due maestre, «che si chiama “Per sentieri e storie...”»

Partendo dall’analisi dei bisogni della persona, si è dato il via a questo percorso a carattere educativo- formativo «allo scopo di far conoscere e valorizzare le caratteristiche storico- ambientali, economiche, artistiche ed etiche di un tipico piccolo nucleo della realtà valtellinese e di sviluppare l’amore per l’ambiente e la natura».

Si intende far apprezzare «la capacità e la tenacia delle genti montane - hanno detto Schiappadini e Gianesini - di saper leggere il territorio e sfruttare con cura anche piccoli disagevoli appezzamenti per economia familiare, agricola, stanziale e di transumanza o per uso più intensivo». Sono già stati individuati alcuni luoghi disabitati, come «la contrada Bassola dove si attiveranno “cantieri di lavoro” manuale per il recupero, al fine di progettare e realizzare un percorso ad anello che attraversi i luoghi naturali ed antropici più significativi del borgo, mettendo in risalto le attività agricolo-artigianali che lo caratterizzano, anche con valenza turistica», promuovendo il tutto con un sito web «per “raccontare” la montagna, divulgare, scambiare esperienze ed incentivare così un turismo eco-culturale alternativo».

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