Petrini, sua nonna

e Papa Francesco

Il fondatore di Slow Food ha raccontato la sua lunga telefonata con Papa Francesco

Un gran finale per “Le Primavere di Lecco” promosse dal nostro giornale

LECCO

«Non capita tutti i giorni di essere chiamati dal Papa, ebbene a me è successo: mi ha telefonato e abbiamo parlato per quaranta minuti». E’ la testimonianza di Carlo Petrini che ha concluso la sua straordinaria “lezione” di martedì sera nell’Aula magna del Campus universitario, serata finale de”Le Primavere di Lecco” organizzate dal nostro giornale.

Di fronte a più di quattrocento persone il fondatore di Slow Food ha voluto far partecipi tutti della singolare chiacchierata avuta con Papa Francesco.

Petrini gli ha voluto raccontare di quella sua nonna devotissima che aveva sposato un ferroviere comunista e della scomunica che aveva coinvolto anche lei. «“Non possono proprio dargliela l’assoluzione”, le ha detto il confessore dopo la sua ammissione di avere votato comunista come il marito - ha riferito Petrini a Sua Santità - E mia nonna dopo un attimo di sorpresa ha replicato : “E allora se la tenga”».

Papa Francesco gli ha risposto con una risata ed ha soprattutto ascoltato un agnostico come Petrini, che tutto avrebbe pensato, tranne di esser chiamato da un Pontefice.

Alla telefonata è seguita una lettera nella quale Papa Francesco ribadiva di credere moltissimo alla battaglia di Slow Food e Terra Madre per il rispetto della natura e la rivalutazione della nostra terra. Gli scriveva tra l’altro, di continuare a sorridere ancora alla risposta di sua nonna “E allora se la tenga”.

La lettera del Papa si concludeva poi chiedendo a Petrini di ricordarsi di lui e con una firma semplicissima: Francesco.

Riconciliarci con la natura

«Quello sul cibo – ha detto ancora Petrini –è un discorso prettamente culturale, che ci deve portare a riconciliarci con la natura e con gli esseri umani. Anche questa crisi ci dice che dobbiamo ritornare ad un’economia che ponga davanti a tutto l’uomo; allora sì potremo tornare alla terra. Tutto nei prossimi anni si giocherà su una sfida in particolare, quella di saper governare il limite».

Per concretizzare il concetto, Petrini ha ricordato una grande cuoca langarola che cucinava benissimo ma si ostinava a tenere aperta la sua osteria solo a mezzogiorno. A chi la invitava ad aprire anche alla sera per avere più clienti, rispondeva in modo esplicito: “Non voglio essere la più ricca del camposanto”.

Don Chisciotte e Sancho Panza

Carlo Petrini ha concluso il suo intervento rivolgendosi soprattutto ai tanti giovani presenti, esortandoli ad avere coraggio e per questo ha voluto citare il Don Chisciotte di Cervantes: «Dobbiamo imparare ad avere la visionarietà di Don Chisciotte e la concretezza di Sancho Panza».

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