Petrini, dalle Langhe al mondo
A Lecco il papà di Slow Food

Da Agnelli e Papa Francesco ai contadini del Sud della terra: un sognatore di successo. Appuntamento stasera al Campus con le Primavere di Lecco. Prenota qui

Lecco

«Carlo Petrini ha saputo far dialogare la sua forte identità con le culture del mondo. Questa è stata la sua grande dote, che ha anche consentito a Slow Food di diventare un movimento internazionale e non restare nel ghetto di una qualunque associazione gastronomica».

Questo ci dice Giacomo Mojoli, che è stato uno dei responsabili di Slow Food ed ha contribuito alla realizzazione del Salone del gusto e di Terra Madre.

Mojoli sarà al fianco di Carlo Petrini questa sera alle 2045. al Campus universitario lecchese(ingresso libero fino a esaurimento posti, prenotazione consigliata su www.leprimaveredilecco.it), insieme al direttore de “La Provincia”, Diego Minonzio ed al responsabile dell’edizione lecchese, Vittorio Colombo. L’incontro era inizialmente previsto in piazza Garibaldi, ma il tempo incerto ha consigliato lo spostamento all’università: il parcheggio più vicino è quello alla Piccola.

Da Arcigola a Slow Food

Una lunga amicizia quella di Mojoli e Petrini nata a Lecco nel 1987. «In quell’anno Petrini venne a Lecco per la prima volta, all’Osteria Casa di Lucia di Carlo Piras. L’incontro fu possibile perché ai tempi ero in contatto con Arcigola per la rivista “Gola” e in quella serata con una ventina di persone, vennero messe le basi per la nascita di Slow Food a Lecco. Fu da lì che nacque la nostra amicizia». Un rapporto che è poi maturato nel tempo e che ha avuto risvolti anche internazionali. «Con Carlo Petrini – continua Mojoli – ho avuto la possibilità di girare il mondo ed in particolare di andare in Cina e Giappone. Ricordo ancora l’incontro con il primo ministro giapponese Junichiro Koizumi, che ci dedicò un’ora per capire cosa fosse Slow Food. Ma ho ben presente anche la manifestazione “Milano golosa” del 1994, che anticipò il Salone del gusto. Lì cominciammo a renderci conto che la nostra proposta stava facendo breccia».

Concretezza contadina

Quello che stupisce in un personaggio come Petrini è la semplicità unita alla capacità di dialogare con i potenti della terra. Viene spontaneo chiedersi chi sia veramente quest’uomo che Papa Francesco ha recentemente tenuto al telefono per un’ora. «Petrini è un personaggio – ci dice ancora Mojoli – che ha la grande dote di perseguire i suoi interessi con grande passione. E’ capace di partire dalla concretezza per elaborare progetti che evidenziano una grande visionarietà. Mi viene in mente quello che accadde dopo la prima edizione del Salone del Gusto a Torino, nel 1996. Petrini ricevette una telefonata dall’avvocato Gianni Agnelli, che gli proponeva di incontrarlo. L’avvocato voleva capire cosa stesse succedendo e chi era l’ideatore di una manifestazione che aveva rivoluzionato Torino».

Le Langhe e l’Unesco

Carlo Petrini arriva questa sera a Lecco a pochi giorni dalla decisione dell’Unesco di dichiarare le Langhe-Roero e il Monferrato patrimonio dell’umanità: una bella soddisfazione per un langarolo. Che si è tanto speso per la sua terra.

«Senza nulla togliere alla storia e alla cultura delle Langhe, - conclude Mojoli - credo che quel territorio debba molto a Carlo Petrini. Lui ha sempre detto a tutti, in tutto il mondo, di essere un uomo di Langa, senza per questo rinunciare ad essere un uomo del sistema Italia e del sistema mondiale. Del resto, il suo grande merito è stato quello di saper parlare con l’ultimo contadino messicano o africano ed anche con gli uomini del potere economico e politico».

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